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Putin nazionalizza l'Ariston. Tajani convoca l'ambasciatore russo

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Vladimir Putin ha firmato il decreto di nazionalizzazione delle filiali russe della società italian Ariston e il suo trasferimento temporaneo alla russa Gazprom Domestic Systems, società del gruppo statale Gazprom produttrice di elettrodomestici. Il documento, postato sul portale ufficiale per le informazioni legali, riguarda la Ariston Thermo Rus LLC che gestisce uno stabilimento di produzione a San Pietroburgo e uffici commerciali in varie parti della Russia. La società quotata in Borsa fa capo alla famiglia Merloni, in particolare al ramo di Paolo Merloni, figlio di Francesco Merloni, ex ministro dei Lavori Pubblici. Nonostante la guerra e l'embargo Ariston aveva comunque continuato a operare in territorio russo tanto che nella lista di società internazionali aggiornata dall’Università di Yale compare con la dicitura "ancora operativa e attiva nell’assunzione di persone".

Qualunque sia il motivo che abbia spinto Putin a decidere di mettere le mani sull'azienda italiana, non è ancora ben chiaro e ha ovviamente colto di sorpresa l'Italia. Tanto che il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha convocato l'ambasciatore russo a Roma per "chiedere chiarimenti sulla vicenda della nazionalizzazione dell'Ariston Thermo Group". Lo ha scritto su X il titolare della Farnesina, aggiungendo che sta "al lavoro anche con Bruxelles, in raccordo con la Germania". E in effetti la stessa sorte di Ariston è stata riservata alle sedi di Bosh, anche queste, temporaneamente trasferite al gruppo Gazprom. Il vicepremier ha chiarito sui social che "dopo l'inattesa decisione del Cremlino ho subito attivato la nostra ambasciata in Russia e parlato con i vertici dell'azienda italiana". "Il nostro governo è al fianco delle imprese, pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali", ha concluso.

Da parte sua il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha avuto una conversazione telefonica con Paolo Merloni, presidente di Ariston, per un confronto sulla situazione in corso e per esprimere la vicinanza del Governo, pronto a tutelare l’azienda in ogni sede. Alle 14.30 il ministro Urso incontrerà a Pescara il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, nella cui area di Fabriano la multinazionale italiana ha la sede centrale e operativa.

L'iniziativa di Putin di nazionalizzare aziende estere che operano in Russia ha dei precendenti. Lo scorso anno, ricorda Tgcom24, aveva firmato un altro decreto per il trasferimento temporaneo della gestione delle filiali russe di Danone e di Carlsberg all'Agenzia federale per la gestione delle proprietà, Rosimushchestvo. Il provvedimento era stato adottato dopo che la società francese e quella danese avevano annunciato l'intenzione di uscire dal mercato russo. Il 98,56% delle azioni del birrificio russo Baltika, appartenente a Carlsberg, e decine di migliaia di azioni appartenenti a Danone erano state poste sotto il controllo dell'Agenzia. Nel caso di Ariston e Borsh, invece, la gestione passa a Gazprom, un altro gruppo industriale, sebbene controllato dal governo.

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