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Cina, "nuove misure per punirli": scatta l'operazione Taiwan?

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La Cina introdurrà "misure legali" per punire gli "irriducibili" promotori dell'indipendenza di Taiwan, con particolare attenzione al contrasto delle azioni che "tentano di dividere il Paese o incitare alla secessione".

Lo ha detto il portavoce dell'Ufficio cinese per gli Affari di Taiwan, Chen Binhua, nel corso di una conferenza stampa tenuta oggi a Pechino, senza aggiungere ulteriori dettagli. L'annuncio è arrivato alla vigilia della cerimonia d'insediamento del nuovo presidente eletto dell'isola, Lai Ching-te, in programma il 20 maggio prossimo. L'indipendenza di Taiwan "è contro la volontà popolare e mette a repentaglio la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo del Paese", ha affermato Chen, ribadendo che Pechino "non chiuderà un occhio" sulle attività di quelle che considera "forze separatiste". L'elezione di Lai e della sua vice, Hsiao Bi-khim, ha sollevato forti proteste nel Partito comunista cinese, che rivendica la sua sovranità su Taiwan e non ha escluso il ricorso alla forza per riportarla sotto il suo controllo. 

Il Partito progressista democratico (Dpp), al governo dell'isola dal 2016, ha sempre respinto le pretese della Cina, con cui tuttavia non esclude un "dialogo su basi paritarie" per mantenere lo status quo nello Stretto, dove i rapporti tra le due sponde si sono fatti sempre più tesi. Oltre a organizzare sortite su base quotidiana con navi e aerei militari, le forze armate cinesi hanno iniziato a condurre regolari pattugliamenti al largo delle Isole Kinmen, amministrate da Taiwan, dopo l'incidente mortale che ha coinvolto due pescatori cinesi in quelle acque lo scorso febbraio.

A destare l'irritazione di Pechino, da ultima, è stata l'esercitazione congiunta condotta dalla Marina di Taiwan con quella degli Stati Uniti nel Pacifico occidentale il mese scorso, con lo schieramento di decine di navi da entrambe le parti. A quanto riferito da una fonte anonima citata dal quotidiano Taiwan News, le operazioni sono state condotte ai sensi del Codice per gli incontri non pianificati in mare promosso dagli Stati Uniti (Cues). "La Marina entra spesso in contatto con navi di altri Paesi e conduce esercitazioni non pianificate secondo necessità", ha affermato il ministero della Difesa taiwanese in una nota diramata dopo l'indiscrezione.

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