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Iran, la fabbrica dei terroristi dei pasdaran: ecco la vera strategia

Maurizio Stefanini
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L’Iran è oggi l’unico Stato al mondo che propugna ufficialmente la distruzione di Israele. Secondo molti analisti, questa posizione estrema è in realtà strumentale al tentativo di esportare influenza in un mondo islamico dove in realtà gli sciiti non sono più del 15%, e tra i sunniti nei confronti degli stessi sciiti sono diffusissimi ostilità e pregiudizi.

Insomma, si aizzano i sentimenti anti-israeliani e anti-ebraici per accreditarsi. Altrettanto radicato è un sentimento anti-Usa, per cui se Israele è indicato come “il piccolo Satana”, gli Stati Uniti sono “il grande Satana”.

L’Iran non arriva a negare il diritto degli Stati Uniti all’esistenza, ma il 4 novembre 1979 l’ambasciata Usa a Teheran fu occupata da “studenti islamici” con l’assenso delle autorità, e 52 diplomatici Usa furono tenuti prigionieri fino al 20 gennaio 1981, per essere poi rilasciati solo dopo il pagamento di un riscatto. A seguito di quella che fu la più pesante violazione della immunità diplomatica della Storia, neanche tra Stati Uniti e Iran ci sono relazioni diplomatiche formali. Eppure proprio ieri l’Iran aveva confermato che stanno continuando i negoziati indiretti con gli Stati Uniti in Oman, nonostante le tensioni, per «evitare un'escalation di attacchi» in Medio Oriente. Secondo Axios, i negoziati sono stati condotti per parte americana dal consigliere del presidente Usa per il Medio Oriente, Brett McGurk, e dall'inviato per l'Iran, Abram Paley; rimane invece ignota la composizione della parte iraniana.

 

 

L’Iran non ha comunque confini diretti né con Israele, né con gli Stati Uniti. La sua strategia è allora stata quella d cercare di creare un “corridoio” di proxies per proiettarsi verso Israele. Tra di essi ci sono milizie sciite in Iraq, in Libano e nello Yemen; Hamas, che è sunnita ma condivide il radicalismo anti-israeliano; e il regime siriano. Se in Iraq le milizie filo-iraniane attaccano le truppe Usa, il 7 ottobre non è stato che il culmine di una politica di continui attacchi contro Israele che partivano da Hezbollah e Hamas, e a cui ora si sono aggiunti gli Huthi, divenuti la maggior fonte di preoccupazione per i traffici marittimi internazionali nel Mar Rosso e per il conseguente blocco del Canale di Suez, oltre che una minaccia diretta al territorio dello Stato ebraico, divenuto bersaglio dei droni yemeniti nella città portuale di Eilat, lanciati come atto di solidarietà con i palestinesi di Gaza. Verso Israele c’è stata anche una politica di attacchi nel mondo, di cui i più gravi sono stati i due attentati di Buenos Aires del 17 marzo 1992 contro l’ambasciata israeliana e del 18 luglio 1994 contro l’Associazione Mutualistica Israelita Argentina.

 

 

L’ostilità anti-sciita dell’Isis ha portato in Siria e Iraq anche a una collaborazione di fatto tra Iran e Occidente. In Siria, però, si è soprattutto saldato un asse con la Russia che porta adesso Teheran ad aiutare Putin con forniture militari. L’alleanza tra Russia e Iran, estesa alla Corea del Nord e alla Cina, agisce a livello globale anche per soccorrere regimi anti-occidentali, come quelli di Cuba, Venezuela o Bolivia.

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