Marine Le Pen, l'Europa, gli Usa: la sinistra ora processa il popolo
Siamo arrivati al nocciolo della questione. Ieri, commentando – in apparenza – le elezioni francesi, Giorgia Meloni è arrivata dritta al cuore di un rilevantissimo nodo politico e mediatico italiano.
Leggiamo bene la sua frase -chiave: «Noto qualcosa che in forme diverse avviene anche in Italia: il tentativo costante di demonizzare e mettere all’angolo il popolo che non vota per le sinistre. È un trucco che serve a scappare dal confronto sul merito delle diverse proposte. Ma è un trucco in cui cadono sempre meno persone: lo abbiamo visto in Italia, si vede sempre di più in Europa e in tutto l’Occidente».
Dalle parti di Libero, ne siamo convinti da tempo. Il pregiudizio con cui viene commentato il voto francese e con cui viene seguita la campagna elettorale americana è fin troppo chiaro. Da una parte, anche i grandi giornali mainstream sono costretti ad ammettere ciò che non funziona a sinistra: gli antisemiti e i tifosi di Hamas arruolati da Melenchon (e ora indirettamente abbracciati pure da Macron, nel momento in cui si imbarca in un “campo largo” senza confini), così come – al di là dell’Oceano – l’evidente inadeguatezza della ricandidatura di Joe Biden. Ma dall’altra, non di rado con una simmetria fin troppo sospetta, si coglie lo sforzo costante e quasi ossessivo di molti osservatori di prospettare fantasmi e spauracchi a destra: descrivendo Le Pen e Bardella come xenofobi e razzisti, o una nuova presidenza Trump come l’anticamera dell’Apocalisse.
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