Ancora altissima tensione tra Budapest e Kiev. Il premier ungherese Viktor Orbán ha nuovamente attaccato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo che quest’ultimo aveva accusato l’Ungheria di essere l’unico Stato membro a ostacolare l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea.
La risposta di Orbán non si è fatta attendere, affidata ai social: “Ciò che pensa il popolo ungherese non è deciso dal presidente di Kiev o dai burocrati di Bruxelles”, ha scritto su X. Dunque ha aggiunto, tranchant: “Non c'è adesione dell'Ucraina all'Ue senza l'Ungheria”. E ha poi rincarato: “Ogni ungherese avrà la sua opinione al riguardo. Che vi piaccia o no. È così che funziona qui”.
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Essere Emiliano Fittipaldi deve essere allo stesso tempo estremamente semplice e dannatamente complicato. Non si risenta...Nel frattempo, sul fronte orientale, si consuma un altro scontro, stavolta tra Kiev e Mosca. In risposta alla proposta russa di una breve tregua di tre giorni in occasione dell’80° anniversario della vittoria sovietica sulla Germania nazista, Zelensky ha replicato con parole dure: “I russi chiedono silenzio il 9 maggio, ma loro stessi colpiscono l'Ucraina ogni giorno. Questo è cinismo di altissimo livello”, ha scritto su Telegram.
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"Allora, facciamo chiarezza: Ilaria Salis, che ha picchiato quasi a morte persone per strada, sfugge alla giustizia...Zelensky infine ha infine rilanciato l'appello per un vero stop alle ostilità: “È necessario un vero cessate il fuoco. L'Ucraina è pronta al silenzio da un giorno all'altro, ma almeno per un mese, per porre fine alla guerra”. E ha concluso: “Se c'è silenzio, allora sia ogni giorno, se c'è un cessate il fuoco, allora non sia nei giorni festivi, ma ogni giorno”.