"Sei un' adultera". Lapidata
Ue: esecuzione ignobile
Come avviene la pubblica lapidazione di una donna o di un uomo è ben spiegato nel libro "Mille splendidi soli" di Hosseini Khaled. Niente finzione, solo nuda e cruda realtà. Proprio come è accaduto nel pomeriggio a una giovane donna nello stadio di Chisimaio, importante città del sud della Somalia. Aisha Ibrahim Dhuhulow aveva 23 anni ed era stata condannata a morte per adulterio: così vuole la 'sharia', la legge islamica. Su di lei pesava l'accusa di aver tradito il marito, e per questo meritava la di essere lapidata. Come da sentenza del tribunale è stata portata al pubblico supplizio, mani e piedi legati, velo verde sul capo, volto coperto da un panno nero. Una buca attendeva il suo corpo. Vivo. Aisha vi è stata sepolta, il collo e la testa ben visibili al pubblico. Poi, davanti a centinaia di persone, è stata colpita da nugoli di pietre, fino alla morte. Per accertarsi della quale sembra sia stata anche parzialmente disseppellita due volte: ma era ancora viva, e quindi la tortura è continuata. Un familiare, mosso a pietà, ha tentato di soccorrerla: e giù colpi di arma da fuoco contro la folla. Un bimbo è stato ucciso. Senza pietà. È la prima esecuzione di questo tipo da oltre due anni, quando le corti coraniche controllavano quasi tutta la Somalia. Ed è questo che i fondamentalisti islamici sostengono e approvano. Unanime la condanna dell'Unione Europea per l'esecuzione della giovane somala. La presidenza di turno dell'Ue, detenuta dalla Francia sottolinea in particolare la "crudeltà dell'esecuzione" e ribadisce la posizione dell'Europa "per l'abolizione della pena di morte e a favore della lotta contro le torture e i trattamenti crudeli, inumani e degradanti". La presidenza dell'Ue denuncia inoltre quella che definisce "un'esecuzione particolarmente ignobile, alla quale gli islamici insorti che hanno preso il controllo della città hanno deliberatamente dato una pubblicità insostenibile".