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Collabora con gli USA. Figlio uccide il padre

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L'omicidio nella notte. Hameed al-Daraji era interprete da sette anni delle truppe alleate

Roberto Amaglio
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È solo una delle tante tragedie che affliggono l'Iraq da ormai molti anni, ma quanto successo a Sammara, nel nord del Paese, illustra forse meglio di ogni altra notizia il clima d'odio e di insofferenza che si è instaurato in una parte della popolazione nei confronti degli americani. Un figlio ha ucciso il padre nel sonno perchè si era rifiutato di lasciare il suo lavoro di interprete per le forze americane. Hameed al-Daraji, 50 anni, lavorava infatti con le truppe alleate da sette anni, praticamente subito dopo la caduta del regime di Saddam Hussein. Una professione che il figlio, il 30enne Abdul-Halim Hameed, non aveva mai accettato. L'avversione del giovane iracheno nei confronti dei soldati americani lo aveva anche portato ad arruolarsi nelle file di Al Qaida, salvo poi uscirne nel 2007 durante le operazioni militari lanciate nell'area da forze Usa e irachene. Tuttavia l'odio nei confronti di quelli che Abdul-Halim Hameed considerava invasori non si è mai spento, anzi, nel corso della notte scorsa lo ha portato all'omicidio del padre, colpevole aiutante degli alleati. Secondo le autorità che lo hanno arrestato, il figlio si sarebbe introdotto nella camera del padre, freddandolo con colpi da arma da fuoco al petto. Oltre all'omicida, la polizia ha arrestato anche un cugino del ragazzo, di 19 anni, e sta dando la caccia a un terzo uomo, ritenuti coinvolti nelle attività di guerriglia che si stanno verificando in quella regione del Paese. "Al Qaida e altri gruppo terroristici stanno cercando di reclutare i giovani per condurre attacchi, nel tentativo di dimostrare che sono ancora vivi", ha detto il colonnello Hazim Ali, alto funzionario di sicurezza della zona.

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