Charlie Kirk, l'orrenda teoria del complotto: "Poco prima dello sparo..."

di Andrea Tempestinigiovedì 11 settembre 2025
Charlie Kirk, l'orrenda teoria del complotto: "Poco prima dello sparo..."

(Ansa)

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L’assassinio di Charlie Kirk, avvenuto nella serata italiana di ieri, mercoledì 10 settembre, durante un evento alla Utah Valley University di Orem, continua a scuotere l’opinione pubblica americana. L’attivista conservatore, fondatore di Turning Point Usa e vicinissimo a Donald Trump, è stato colpito da un unico proiettile mentre rispondeva a una domanda sulle sparatorie di massa. Il proiettile lo ha colpito al collo, da cui è subito sgorgato molto sangue. La situazione era apparsa sin dal principio disperata. Secondo la ricostruzione fornita dalle autorità, il colpo sarebbe partito da un tetto nei pressi del campus: un attacco mirato, dunque, che non lascia dubbi sull’intenzione di colpire proprio lui. Ucciso da un cecchino. Trasportato in ospedale da un’auto privata, Kirk è deceduto poco dopo il suo arrivo al Timpanogos Regional Hospital.

Il killer è ancora in fuga. Nelle prime ore successive all’attentato erano state fermate due persone, che sono però poi state presto rilasciate. Il governatore del Montana, Spencer Cox, ha parlato di un crimine con un preciso bersaglio. Parole che, unite al fatto che inusualmente l'assassino sia ancora in fuga, hanno contribuito a rendere l’atmosfera ancora più tesa e a moltiplicare sospetti e speculazioni.

Non stupisce, quindi, che in particolare i social siano diventati terreno fertile per teorie del complotto di ogni risma. C'è chi si spinga a ipotizzare che dietro all’omicidio ci sia qualcuno dello stesso universo politico di Kirk, come parte di una strategia per creare un diversivo capace di polarizzare l’attenzione. A pompare questi (bislacchi) sospetti c'è anche la rapidità con cui i fermati sono stati scagionati e l’apparente facilità con cui il killer è riuscito a dileguarsi senza lasciare tracce. Insomma, in estrema sintesi per i detrattori di Trump, dietro all'omicidio potrebbe esserci proprio in una qualche misura l'universo del tycoon, impegnato a "distrarre" da altri problemi o a creare pretesti per una "stretta autoritaria". Discrete farneticazioni, ovviamente.

Tra i complottisti c'è poi chi si concentra sul comportamento di Kirk stesso nei secondi precedenti all’attacco: secondo questi, il modo di interagire col pubblico sarebbe una sorta di "segnale in codice", segno del fatto che l'omicidio fosse orchestrato. La follia qui si fa pura: Kirk sarebbe stato su quel palco per... farsi uccidere. C'è poi ovviamente chi insinua che i video sarebbero stati manipolati digitalmente, il tutto per occultare la reale dinamica o confondere la posizione dell’attentatore. Già, sui social ci si può imbattere in tutto e il contrario di tutto (il peggio).