Con una maggioranza sempre più fragile e una pressione politica che cresce di giorno in giorno, Pedro Sánchez continua a muoversi sul filo per non perdere la guida del governo spagnolo. Tra scandali, sconfitte elettorali e tensioni interne al Partito Socialista, il primo ministro è disposto a reinventare continuamente il proprio esecutivo pur di restare aggrappato alla poltrona. L’ultima mossa piove proprio in queste ore, con un nuovo rimpasto. L'enneismo.
Si tratta infatti del quarto rimpasto di governo per il leader socialista, deciso all’indomani della dura battuta d’arresto subita dal Psoe alle elezioni in Estremadura, dove la destra ha conquistato la vittoria e l’estrema destra ha registrato un sensibile avanzamento. Un segnale politico pesante, che ha spinto Sánchez a rimettere mano alla squadra di governo nel tentativo di rilanciare un esecutivo in evidente affanno.
Tra le novità principali, la nomina di Milagros Tolon Jaime come ministro dell'Istruzione e dello Sport. Geografa e storica, Tolon Jaime è stata sindaco di Toledo e più recentemente delegata del governo spagnolo nella regione di Castiglia-La Mancia. Cambia anche il volto della comunicazione dell’esecutivo: la nuova portavoce del governo è Elma Saiz, attuale ministro della Previdenza Sociale e delle Migrazioni. Pilar Alegria, che fino alla scorsa settimana ricopriva contemporaneamente il ruolo di ministro dell'Istruzione e quello di portavoce, ha invece lasciato l’incarico per candidarsi alle elezioni regionali in Aragona, in programma a febbraio.
"Il governo di coalizione progressista si avvicina a questa fase con entusiasmo, rinnovata energia e un rinnovato senso di determinazione, determinato a difendere ogni iniziativa con la volontà di dialogare e con umiltà'", ha dichiarato Sanchez dal Palazzo della Moncloa a Madrid.
Parole che puntano a trasmettere fiducia, ma che si scontrano con una realtà politica sempre più complicata. Negli ultimi mesi, infatti, l’esecutivo è stato travolto da una serie di scandali e inchieste giudiziarie che coinvolgono persone considerate molto vicine al primo ministro. Tra i casi più gravi figura una presunta rete di corruzione legata agli appalti pubblici, nella quale è coinvolto l’ex ministro dei Trasporti e storico alleato di Sanchez, Josè Luis Balos, attualmente in custodia cautelare in attesa di processo. Per lui l’accusa ha chiesto una condanna a 24 anni di carcere.
A complicare ulteriormente il quadro, nelle ultime settimane il Partito Socialista è stato scosso anche da diverse denunce per presunte molestie sessuali che hanno coinvolto funzionari del partito, molti dei quali sono stati costretti a dimettersi. Un accumulo di crisi che rende il percorso di Sánchez sempre più accidentato e che spiega la frenetica ricerca di nuove soluzioni per evitare una caduta anticipata del governo.




