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Gli Usa mettono alle strette l'Anp

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La Casa Bianca romperà ogni rapporto con l'Autorità nazionale palestinese se questa non riprenderà le trattative dirette con Israele

Eleonora Crisafulli
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Clima teso tra Stati Uniti e Anp. Gli States minacciano l'Autorità nazionale palestinese di rompere ogni legame se non riprenderà il dialogo diretto con Israele. Lo ha affermato Hanan Ashrawi, alto dirigente dell'Olp, in un'intervista rilasciata al quotidiano arabo Al Quds. I negoziati indiretti, con la mediazione statunitense, sono ripresi il 9 maggio scorso: i colloqui dovrebbero durare quattro mesi e riguardare tutte le questioni relative allo status finale dello Stato palestinese, tra le quali la demarcazione delle frontiere, ma anche le garanzie di sicurezza per lo Stato ebraico. Ma la situazione è giunta a un punto di stallo. Il presidente dell'Anp, Abu Mazen, ha definito "inutile" la ripresa delle trattative, dato che, a suo parere, il premier israeliano Benjamin Netanyahu vorrebbe annullare gli accordi raggiunti con il precedente esecutivo di Ehud Olmert,  e congelare le attività edilizie negli insediamenti cisgiordani e a Gerusalemme Est. Israele rifiuta. E il vicepremier Silvan Shalom bolla come "impossibili" le richieste dell'Anp. La Lega Araba da parte sua ha dato giovedì scorso il via libera ai negoziati diretti, precisando tuttavia che dev'essere l'Anp a decidere. Poi, in una lettera indirizzata all'amministrazione Obama, ha ribadito che devono sussistere le condizioni per l'avvio delle trattative: si dovrà trattare della "fase finale" del processo di pace, dovrà esistere una chiara tabella di marcia per i colloqui e dovranno esserci degli adeguati meccanismi di controllo e verifica degli accordi.

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