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Haiti in ginocchio per colera e violenze

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Oltre 1100 morti per l'epidemia, scontri nelle principali città. Aiuti da Irlanda e Spagna

domenico d'alessandro
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Ad Haiti la situazione peggiora di minuto in minuto. Al momento sono più di 1100 i morti per l'epidemia di colera: l'annuncio ufficiale è stato dato dal Ministero della Sanità, secondo cui da metà ottobre ad oggi ci sono stati anche più di 18mila ricoveri. A Port-au-Prince, ancora in ginocchio dopo il devastante sisma dello scorso 12 gennaio (ci sono decine di campi di senza tetto), si registrano già 46 morti. Un primo caso di colera è stato confermato anche nella Repubblica Domenicana, oltre il confine haitiano, mentre in Florida una donna - da poco tornata dall'isola - è stata ricoverata e presenta tutti i sintomi del colera. Secondo il dottor Thomas Torok, infettivologo del ministero della Salute della Florida, ci sono anche diversi casi sospetti "ma stiamo verificando". Scontri nelle città - Come se non bastasse, a Cap Haitiene, nel nord del Paese, diventano sempre più violenti gli scontri tra i caschi blu dell'Onu e i cittadini esasperati. Un uomo è morto, ucciso da colpi d'arma da fuoco, e numerosi sono anche i feriti. Non è ancora chiaro se la vittima sia un haitiano o un casco blu. Quello di oggi è il terzo morto negli scontri, dopo i due giovani rimasti uccisi lunedì. Disordini sono in corso anche nella capitale Port-au-Prince: i cittadini, come ha riferito l'Afp, hanno eretto delle barricate. Aiuti da Irlanda e Spagna - Nel frattempo inizia ad avere effetto la mobilitazione internazionale in favore dell'isola caraibica. Da Irlanda e Spagna giungono i primi aiuti alla popolazione colpita dal colera. Da Dublino stanno preparando il trasporto di 40 tonnellate di tende e cerate, oltre a un finanziamento di 500mila euro per fornire acqua pulita ed equipaggiamenti igienico-sanitari. Madrid, invece, manderà ad Haiti 14 tonnellate di medicinali oltre alle 10 già inviate la scorsa settimana.

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