Crimini di guerra in Darfur
mandato di arresto a Bashir
Il presidente del Sudan Omar Al Bashir va arrestato percrimini di guerra e crimini contro l'umanità: lo hanno stabilito i tre giudici della prima camera preliminare della Corte PenaleInternazionale (vengono dal Ghana, dalla Lettonia e dal Brasile). Sette i capi di imputazione, cinque per crimini contro l'umanità e due per crimini di guerra, che sono alla base dell'ordine di arresto internazionale emesso nei confronti di Bashir, primo capo di stato in carica ad essere messo sotto accusa dal tribunale dell'Aja per aver cercato di eliminare tre diversi gruppi etnici nel Sudan. Alla vigilia dell'atteso pronunciamento della Corte, il presidente sudanese, inaugurando una diga a Merowe, a circa 450 chilometri a nord della capitale Khartoum, Bashir aveva detto che «ai sudanesi non interessa la decisione» del tribunale. Per ora i magistrati hanno lasciato cadere l'accusa di genocidio. Ma appunto solo per ora: se durante l'inchiestaemergeranno nuovi elementi, infatti, l'imputazione potrebbe essere ripresa. Per catturare Al Bashir sarà chiesta la collaborazione di tutti gliStati compreso il Sudan. "Le autorità di tutti i Paesi, compresi quelli che non hanno firmato iltrattato (tra cui Stati Uniti, Cina, Sudan, Libia e Iran, ndr) hannol'obbligo di arrestarlo e di riferire immediatamente alla Corte", ha sottolineato l'italiana Silvana Arbia, cancelliere della Corte, già procuratore del tribunale per il Ruanda. "Tuttihanno il dovere di rispettare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezzasu questa materia. Anche se è presidente Al Bashir non gode di nessunaimmunità. Le accuse per cui si chiede l'arresto riguardano tral'altro tortura, stupro, saccheggio e distruzione di beni. Le autoritàsudanesi si sono rifiutate di collaborare con lacorte". Intanto il ministro della giustizia sudanese, Abdel Basset Sedrat ha annunciato che il presidente Omar el Bashir continuerà ad esercitare il suo ruolo e manterrà le sue prerogative costituzionali.