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La nuova legge afgana

"I mariti possono stuprare"

Silvia Tironi
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"I mariti possono stuprare le mogli". È quanto stabilito da una legge (ancora non pubblicata) ma appena votata dal governo dell'Afghanistan, cherappresenta un duro colpo ai diritti delle donne afgane. Secondo fontidelle Nazioni Unite, la nuova legge legalizza lo stupro del marito neiconfronti della moglie, obbliga le donne a "concedersi" al marito senzaopporre resistenza, vieta loro di uscire di casa, di cercare lavoro oanche di andare dal dottore senza il permesso del consorte e affida lacustodia dei figli esclusivamente ai padri e ai nonni. La mossa del governo rappresenta, secondo alcuni parlamentaricontrari e molti gruppi umanitari, il tentativo del presidente HamidKarzai di incassare il sostengo dei fondamentalisti islamici, in vistadelle elezioni presidenziali di agosto. Secondo il quotidianobritannico Independent,il provvedimento di legge è frutto delle pressioni esercitatedall'Iran, che mantiene uno stretto legame con la minoranza sciitaafgana. "È una delle peggiori leggi mai votate dal Parlamento in tutto ilsecolo", ha tuonato Shinkai Karokhail, deputata afgana impegnata abattersi contro la legge: "È totalmente sfavorevole alle donne erenderà loro ancora più vulnerabili". Proprio oggi Karzai partecipa al Forum dell'Aja, dove si svolge laConferenza internazionale sull'Afghanistan: "È importante che tutto ilmondo stia guardando al nostro Paese", ha dichiarato. Al summit sonopresenti circa 80 nazioni, tra cui tutte e 41 gli stati che partecipanoalla missione Isaf guidata dalla Nato, e poi Russia, Cina, Giappone,India, Iran e organismi internazionali come il Fondo MonetarioInternazionale e la Banca Mondiale.

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