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Vaccino, caos in Europa sulla quarta dose: saltano i piani, chi sono i "condannati" alla 4° dose

Salvatore Dama
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Quarta dose: l'Europa prova a decidere una strategia comune. E non è facile, perché al momento non c'è una posizione univoca da parte della scienza. Negli Stati Uniti corrono: la Food and Drug Administration ha autorizzato il secondo booster per gli over 50. La Gran Bretagna sta pensando di estenderlo ai maggiori di 75 anni, la Francia agli over 80 e la Germania a chi ha più di 70 anni. In Italia vale solo per gli immunocompromessi. E da noi arriva lo stop del professor Andrea Crisanti: una decisione affrettata, dice, sarebbe sono un grande regalo ai colossi farmaceutici.

«Penso che sia arrivato il momento di discutere insieme, a livello europeo, per avere una posizione univoca su tempi e fasce generazionali a cui somministrare la quarta dose», dichiara Roberto Speranza, intervenendo al consiglio dei ministri europei della salute. «Scelte non omogenee nei diversi Paesi Ue finiscono solo per disorientare e non aiutano le campagne vaccinali». Il ministro della Salute sollecita una proposta in tempi stretti «basata esclusivamente sull'evidenza scientifica». Siamo in una fase nuova «grazie ai vaccini», aggiunge Speranza, «abbiamo messo alle spalle le misure restrittive degli anni precedenti proprio grazie a questo altissimo livello di vaccinazione».

 

 

VALUTAZIONI - «La mia personale opinione», prosegue l'esponente di governo, «è che non va bene quando gli Stati scelgono da soli e fanno scelte diverse perché queste cose sono difficili da comprendere per l'opinione pubblica». La priorità è «proteggere le persone più fragili, questo è l'obiettivo di fondo. Nessuno parla a livello mondiale, anche a livello europeo, di una quarta dose per tutti». In Italia, ricorda Speranza, «siamo già partiti con la quarta dose per gli immunocompromessi, quelli assolutamente più fragili degli altri».La valutazione da fare a livello europeo, è quella di una quarta dose condivisa per determinate fasce generazionali più fragili, «stiamo parlando della fascia più anziana e che deve essere secondo me la stessa in tutti i paesi europei».

Su questo punto a Bruxelles hanno aperto. E nelle conclusioni del consiglio dei ministri della Salute sia la Commissaria Ue alla Sanità che il Presidente francese «hanno assunto l'impegno nel giro di una settimana di fare una proposta in questa direzione» per valutare una procedura europea sui criteri di somministrazione della quarta dose o il secondo richiamo della vaccinazione contro il covid.

 

 

Intanto questi sono i numeri di ieri: 99.457 nuovi contagi da Covid, secondo i dati del ministero della Salute. Lunedì erano stati 30.710. Le vittime sono invece 177, in aumento rispetto alle 95 del giorno prima. Sono 660.708 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore. Il tasso di positività è al 15%, in aumento rispetto al 14,5% di lunedì. Sono 487 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, stabili rispetto al dato di 24 ore prima. Gli ingressi giornalieri sono 46. I ricoverati nei reparti ordinari sono 9.740 (244 in più).

«È cruciale avere una strategia comune soprattutto in vista dell'inverno», dichiara la commissaria Ue Stella Kyriakides. «Stiamo avendo dati in arrivo da Israele che dimostrano che la quarta dose può aumentare la protezione nelle fasce di popolazione più anziana, per le persone immunodepresse, la tempistica è importante, dobbiamo dare un messaggio chiaro ai nostri cittadini».

IMPATTO - Gli Stati Uniti non aspettano. E procederanno con la quarta dose di Pfizer-Biontech e di Moderna per coloro che hanno dai 50 anni in su. Ma non mancano le perplessità. Scettico, come detto, è il professor Crisanti: «Non lo sa nessuno che impatto può avere questa quarta dose in termini di aumento della protezione e se ha senso quindi lanciare una nuova campagna di immunizzazione più allargata. È troppo presto perché l'Ue possa dare una posizione univoca al riguardo», dichiara l'esperto all'AdnKronos Salute. «Se prendiamo una decisione così affrettata facciamo proprio un regalo a Pfizer e alle altre aziende».

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