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Enrico Letta umiliato all'Europarlamento: la fotografia è raggelante

Lorenzo Mottola
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Lo hanno lasciato lì, solo come un cane bagnato. In un aula deserta, dove a occhio si contano sette persone, quattro delle quali appollaiate agli ultimi banchi come i somari a scuola per poter continuare a giochicchiare a Tetris col telefono a lezione iniziata. E in questo caso non c’era neanche da prendere appunti.

I tristi fatti di cui scriviamo sono avvenuti ieri in una mattinata grigia a Strasburgo, in una stanza del Parlamento europeo. Di fronte alla commissione Industria (si fa per dire...) era chiamato a parlare Enrico Letta, ex premier, ex segretario del Pd, ex un sacco di altre cose. Ex potente, soprattutto, come si nota facendo qualche calcolo: i presenti sono perfino meno dei rappresentanti del gruppo del Partito Democratico all’Europarlamento (sedici in tutto). Quelli che tutto sommato dovrebbero qualcosa al loro capo. Ma come dice l’adagio, la gratitudine è il sentimento della vigilia. Altra beffa, non si trattava di un intervento, ma è stato definito uno “scambio di opinioni” con l’ex premier “ad alto livello” sul mercato unico europeo. Scambio di opinioni che nel caso di Letta è diventato un monologo.

 

D’altra parte è stato Letta a scegliere di sfuggire dalla mischia della politica. Conserva ancora una serie di importanti incarichi, tra cui spicca la presidenza dell’Istituto Jacques Delors, un think tank di Parigi. Ruolo in virtù del quale è stato chiamato da Bruxelles a redigere un rapporto di alto livello sul futuro del mercato interno dell’Ue. Il che spiega l’argomento dell’intervento. A quanto pare, tuttavia, non c’è poi tutta questa apprensione per conoscere l’esito delle riflessioni del nostro professore. Per il resto, Letta è ormai fuori da qualsiasi gioco di potere all’interno del Pd. Non ha preso posizione alle primarie tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. I suoi fedelissimi non sono più tanto fedeli. È ancora in Parlamento, ma saggiamente non si consuma nel dibattito interno. Nessuna ragione per correre ad ascoltarlo e farsi vedere.

 

Per comprendere il vuoto in quell’aula, poi, bisogna anche fornire qualche nota tecnica. A Strasburgo giovedì è sostanzialmente un giorno prefestivo, il venerdì non si fissano appuntamenti. E questo è un prefestivo particolare, perché settimana prossima i lavori sono fermi (sì funziona così da quelle parti... che bella vita). Questo tuttavia, purtroppo non basta a spiegare il fenomeno Letta: fossero stati Prodi, Draghi o altri ex premier a parlare sicuramente il conto dei presenti sarebbe stato molto diverso. E per evitare di riaprire ferite nel cuore del politico Pd, non vorremmo citare Matteo Renzi, che sarà quel che sarà ma le aule le riempie. Come tutti sanno, il fondatore di Italia Viva viene pagato parecchio (e riceve critiche per questo) per fare conferenze in tutto il mondo, perché attira pubblico. Una carriera che sconsigliamo a Letta: ha più speranze di diventar ricco giocando al Superenalotto.


 

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