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Sanchez ha i giorni contati? "Accordo segreto per l'amnistia, ci penserà l'Europa"

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Per Pedro Sanchez si mette male. Il premier uscente è da settimane al centro della bufera per aver ottenuto il 16 novembre la fiducia del Parlamento. Come? Concedendo un’amnistia agli indipendentisti catalani in cambio del loro sostegno. "La cattiva notizia per Sanchez è che questo non funzionerà bene per lui, nè sarà gratuito", fa ora sapere Alberto Nunez Feijoo. Il leader del Partito popolare (Pp) ha avvertito il presidente del governo spagnolo che l’Unione europea sarà "fondamentale" per fermare la legge di amnistia concordata dal Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) con le formazioni indipendentiste catalane.

A suo dire "nell’Ue prendono sul serio lo Stato di diritto dei Paesi membri, sanno che le decisioni giudiziarie devono essere rispettate e che i politici non hanno la capacità di lasciarle senza effetto". E ancora, nel corso di un evento pubblico: "Il patto di Sanchez con i separatisti è stato siglato per comprare la presidenza del governo in cambio dell’impunità giudiziaria". Per questo il Pp chiederà una commissione d’inchiesta per sapere "assolutamente tutto" sui negoziati del governo a Ginevra con l’ex presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, in quanto "gli interessi del Paese non possono essere negoziati in segreto".

Ma a Sanchez l'avvertimento sembra scivolargli di dosso. E così nel suo intervento al Parlamento europeo ha sostenuto l'accordo spiegando che favorirà il "nobile obiettivo della convivenza". "Oggi la situazione in Catalogna è infinitamente migliore di quella del 2017", ha detto per poi rivolgersi direttamente a Puigdemont. "All'onorevole Puigdemont vorrei dire che è nelle nostre mani raggiungere questo obiettivo, e che dobbiamo farlo attraverso la politica, i negoziati e la Costituzione. Credo che la legge di amnistia sia un passo importante nella giusta direzione".

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