(Adnkronos) - "Questi valori - sottolineano i Geologi del Lazio - non sono in aumento rispetto al passato poiché non dipendono dalle attività umane ma dalla naturale "contaminazione" che subiscono le acque attraversando i terreni vulcanici. Ma sono valori che hanno classificato tali acque 'fuorilegge', in quanto le soglie di accettabilità, definite da alcune direttive europee, attualmente attestato a 10 microgrammi/litro, sono abbondantemente superate dai valori delle acque prodotte da acquiferi vulcanici. Eppure tutto questo agli amministratori non è mai interessato. Mentre le nazioni più virtuose si sono organizzate mettendo in campo programmi strutturali a lungo termine, investendo sulla qualità dell'acque attraverso impianti di trattamento e abbattimento di elementi nocivi, sulla questione arsenico l'Italia si è dimostrata miope: anziché puntare sulla prevenzione, su infrastrutture e su ricerca, si è pensato bene di chiedere deroghe alla Comunità Europea". "Ma - sostengono ancora i geologi - l'ultima è scaduta e non ci è stato più concesso di proseguire sulla strada dei rinvii e delle irresponsabilità. Veramente un pessimo esempio di gestione amministrativa. È molto grave infatti che lo Stato, in tutte le sue ramificazioni, non abbia acceso un 'warming' sulla salute della cittadinanza. I sindaci, i primi ad essere investiti da fenomeni igienico-sanitari locali, spesse volte lamentano casse comunali vuote salvo poi non farsi mancare risorse per la festa del santo patrono o i giochi pirotecnici di ferragosto o iniziative senza alcuna valore sociale. Così non va - sollecitano i Geologi del Lazio -: serve anche e soprattutto un cambio di mentalità. La questione arsenico va risolta a monte e non agendo nella fase emergenziale. Anche perché l'emergenza ha costi economici elevati e la soluzione tampone non ha certo gli stessi effetti benefici di una pianificazione infrastrutturale a carattere preventivo". "Per un problema di emissione di anidride carbonica dal sottosuolo, tempo fa la Regione Lazio ha approvato una delibera, che vieta ai comuni di Castel Gandolfo, Ciampino, Marino e a tre Municipi di Roma, a seconda della concentrazione di anidride carbonica, la realizzazione di piani interrati. Una iniziativa - spiega Troncarelli - secondo molti impopolare ma a mio giudizio lungimirante, poiché diretta preventivamente alla tutela della pubblica sicurezza".