Li abbiamo invasi coi Ferrero Rocher. Li abbiamo fatti innamorare del nostro lusso. Gli abbiamo venduto la Pirelli e tanti altri pezzetti della nostra industria. Ora anche l'ultimo e più verace gioiello della Penisola è pronto per andare a Pechino: parliamo dell'italiano vero, alias Toto Cutugno. Il cantante è stato avvistato ieri, martedì 19 maggio, in via Paolo Sarpi, cuore della Chinatown milanese, mentre con la proverbiale chitarra in mano girava un nuovo video del suo pezzo più famoso: l'Italiano vero. La melodia era quella nota fin dal Sanremo dell'83, quando la canzone apparve per la prima volta per diventare una sorta di emblema nazionale. Le parole, però, fluivano in un discreto mandarino. Il buon Toto le leggeva in simultanea da un gobbo improvvisato, un foglio con una trascrizione in alfabeto nostrano, mentre la telecamera lo riprendeva a passeggio tra la folla di curiosi e quelle che sembravano essere comparse cinesi assoldate per l'occasione. Dopo la performance Cutugno si è prestato ai selfie di rito coi fan ed è schizzato via su un suv bianco, in pandant col vestito, non prima di aver confermato che la nuova versione dell'Italiano vero è "per il mercato cinese". Il cantante sembra volersi rilanciare e, come tutti gli imprenditori, non poteva non considerare le opportunità offerte dal Dragone. La canzone sembra l'inizio di un progetto che guarda a Oriente, per ora ancora in via di definizione e "top secret". ma forse tra qualche settimana ne risentiremo parlare. A ben pensarci, non è la prima volta che Cutugno esporta il suo cavallo di battaglia, e non è neanche il primo dei nostri artisti che canta un suo brano in un'altra lingua (si pensi al successo sul mercato ispanico di personaggi come Laura Pausini, Tiziano Ferro o Nek). Toto, però, può dirsi il pioniere delle traduzioni cinesi. Anche se qualcuno ci aveva già pensato, lui sembra il primo big italiano ad aver guardato alla nuova America. Chissà se lo seguiranno anche gli altri. di Eva Alberti



