La legge vieta la prigione per gli scippatori

di Maurizio Belpietrodomenica 14 settembre 2014
La legge vieta la prigione per gli scippatori
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I lettori milanesi sono stati informati da poche righe in cronaca. Se riassumo la vicenda è dunque ad uso e consumo di chi non riceve le pagine dedicate al capoluogo lombardo. Martedì, in una zona centrale e ben frequentata della città, una donna di 68 anni è stata seguita fin dentro l’androne del palazzo in cui abita, dopo di che le è stata strappata la collanina che portava al collo. Lo scippo ha avuto un esito violento, perché nella colluttazione che ne è seguita la vittima ha riportato ferite al collo. Non fosse per il seguito, si potrebbe dire che si è trattato di un episodio di ordinaria criminalità che ormai si registra quotidianamente nelle nostre metropoli. Sennonché lo scippatore una volta presa la collanina e fuggito è stato inseguito da un avvocato, il quale con la collaborazione di altri passanti è riuscito ad acciuffare il ladro. Tutto bene dunque? No, per niente, in quanto il bandito, una volta portato di fronte al magistrato, si è visto togliere le manette e rimandare a casa invece che in cella. Non dico che gli siano state rivolte delle scuse, ma quasi, e la colpa per una volta non è del pm ma della legge che pur non condividendo (...) Clicca qui, acquista una copia di Libero e leggi l'editoriale di Maurizio Belpietro  

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