"Noi non scegliamo il motorsport per batterci contro gli uomini. E' una passione, inconsueta e destinata a restare tale, perché questo è uno sport estremo e le donne saranno sempre delle eccezioni. Però ci siamo, e meritiamo una possibilità". Dalle colonne del Corriere, la pilota Michela Cerruti rivendica le capacità femminili nel mondo dell'automobilismo. La Cerruti, figlia d'arte (il padre Aldo ha corso negli anni '60 e '70), è stata la prima donna a vincere una gara in Superstars (a Monza, nel 2011) e la prima a vincere in AutoGp, con podio a Monza e successo a Imola. Ora Michela corre in Formula E, la prima categoria con le vetture elettriche. In Formula 1... - "I ragazzini - commenta la Cerruti - non mettono proprio in conto il fatto che tu possa stargli davanti. I piloti più maturi, di fronte ad una donna, possono andare in crisi...". Il sogno della 27enne romana è arrivare nella categoria più ambita: "Io sarei perfettamente in grado di guidare una Formula 1, non ho dubbi: ma oggi è difficile per tutti, i piloti pagano per correre. Preferisco combattere le battaglie che posso vincere, e attualmente l'obiettivo più realistico è diventare pilota ufficiale della Bmw, con cui già corro. Vorrei arrivare nel Dtm". In Formula 1 si potrebbe, ma secondo la Cerruti, "non c'è la volontà di avere una donna, altrimenti la Wolff e la De Silvestro sarebbero già pronte". Le riflessioni - "Sulle formule minori, con macchine già potenti, ci vuole forza bruta, la massa muscolare e tanta voglia di farsi male in allenamento". Correre in pista ha portato la Cerruti a fare diverse riflessioni: "Credo che l'uomo vada più incontro al pericolo, mentre la donna tende ad avere più tutto sotto controllo. Per fare il pilota devi uscire dalla tua zona di sicurezza, accettare che non tutto è sotto controllo, ma guidare come se lo fosse. Gli uomini sono più bravi ad avere la mente libera. Qui non c'è spazio per pensare troppo, e neanche per la troppa femminilità: siamo sempre eccezioni".
