Pisa, 10 gen. - (Adnkronos) - La geotermia in Italia ha una lunga storia che si è meritata un museo a Larderello, proprio nell'area geotermica toscana. Inaugurato nel 1962 (ma presente in forma embrionale già dagli anni '30) e voluto dalla Società Larderello, il Museo della Geotermia, oggi rinnovato da Enel Green Power, ripercorre le tappe dello sviluppo dell'attività e dell'uso industriale della geotermia, dal periodo etrusco-romano alla storia più recente, passando attraverso la produzione chimica di acido borico a inizio XIX secolo, conseguenza della politica di valorizzazione del territorio promossa dai Granduchi di Toscana. Allo sviluppo di questa attività hanno contribuito scienziati come Giovanni Targioni Tozzetti e le analisi di campioni di rocce e acque fatte dal direttore delle Farmacie Hoefer cui si deve la scoperta della presenza di acido borico nelle acque del lagone di Monterotondo, in un'epoca in cui questo veniva importato dall'estremo oriente con rilevanti costi economici. Con Francesco Larderel inizia la storia moderna dell'uso di questa risorsa. Ottenuta la concessione dei lagoni di Montecerboli, inizia l'ascesa della famiglia che nel corso di tutto il secolo XIX ha monopolizzato l'attività dando il nome al luogo simbolo della geotermica: Larderello. Grazie all'intuizione di utilizzare l'energia termica del vapore per fare evaporare le acque, Larderel applica la prima innovazione tecnologica, il "lagone coperto", con cui riesce a rendere l'attività particolarmente redditizia e creando posti di lavoro per gli abitanti della zona.(segue)