Reggio Calabria, 26 mar. (Adnkronos) - Cosa nostra era arrabbiata perché le bombe esplose il 3 gennaio 2010 contro la Procura generale di Reggio Calabria avevano fatto alzare un polverone e mandato a monte un attentato che la mafia stava progettando contro l'allora Guardasigilli Angelino Alfano. Lo ha rivelato oggi il pentito Luigi Rizza, sentito al processo in corso a Catanzaro per gli attentati ai magistrati reggini. Anche le cosche della 'ndrangheta calabrese erano arrabbiate perché i Lo Giudice, accusati degli attentati, non avevano chiesto il permesso di un gesto così eclatante. Il motivo del risentimento di Cosa nostra nei confronti di Alfano sarebbe stato l'inasprimento del regime del carcere duro. Rizza è stato chiamato dalla Dda di Catanzaro a deporre al processo e ha confermato che Luciano Lo Giudice, imputato perché accusato dal fratello Nino (che nel frattempo ha ritrattato le dichiarazioni) di essere il mandante, gli avrebbe confidato il ruolo della sua famiglia nell'attentato.