(Adnkronos) - Il modello generale che fino a oggi ha spiegato lo sviluppo di questo meccanismo di riconoscimento coloniale nelle vespe cartonaie del genere Polistes prevede che gli insetti imparino i segnali chimici che permettono il riconoscimento (una miscela di idrocarburi che ricoprono la cuticola degli insetti) dal materiale del loro nido nelle prime ore dopo la nascita. Le vespe si formano così una rappresentazione neuronale di riferimento che durerà tutta la vita: un fenomeno assimilabile al processo di imprinting noto per molte specie di vertebrati. "Questo modello, proposto fin dagli anni '80, è sempre stato considerato come valido per l'intero genere (oltre 200 specie di Polistes note) e non era mai stato messo in discussione - commenta la ricercatrice - Gli esperimenti da noi condotti sulla specie europea Polistes dominula, che rappresenta un modello per gli studi sociobiologici, hanno dimostrato, però, che le vespe operaie allontanate per esperimento dal proprio nido appena nate, sono comunque capaci di sviluppare corrette capacità di riconoscimento dei compagni di nido, anche in assenza dell'odore del proprio nido o in presenza dell'odore di un nido estraneo al momento della loro nascita". (segue)