Il ministro Luigi Di Maio si rende ridicolo: "Cose che non sapevo". In che mani siamo

di Giulio Bucchisabato 30 giugno 2018
1' di lettura

"Tutte cose che non conoscevo". Lo ha ammesso così, candidamente, Luigi Di Maio. Il suo "decreto dignità" rispedito al mittente dal Consiglio dei ministri (secondo un retroscena della Stampa, il ministro Giovanni Tria era preoccupato per la nebulosità delle coperture finanziarie) "sta facendo il giro delle Sette Chiese, tra bollinature e cose che sto scoprendo solo adesso, ma il testo è pronto. Deve essere solo vidimato dai mille e uno organi di questo paese". Leggi anche: Di Maio, sei finito. Ecco il bacio della morte di Elsa Fornero Bene: i più ottimisti (o i più grillini) avranno apprezzato l'onestà del ministro del Lavoro e vicepremier, che su Facebook ha spiegato (sostanzialmente ai suoi elettori) perché la prima misura annunciata dal suo Ministero non sia ancora pronta. I più realisti però non potranno che scuotere il capo sconsolati: l'iter burocratico di un decreto ha lo stesso peso del suo contenuto, e che un ministro (non più leader di un partito in campagna elettorale) non sappia come funzionano le cose è perlomeno inquietante.  Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev