Maltempo: Puglisi (Unesco), crollo mura Volterra rientra in storia gia' scritta

venerdì 31 gennaio 2014
Maltempo: Puglisi (Unesco), crollo mura Volterra rientra in storia gia' scritta
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Roma, 31 gen. - (Adnkronos) - "Mi dispiace molto che sia accaduto ma fatti di questo genere, anche se forse non questo in particolare, rientrano in una storia già scritta". Giovanni Puglisi, presidente della Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco, commenta così, all'Adnkronos, la notizia del crollo di un tratto di circa 30 metri delle mura medievali di Volterra, avvenuto nel corso della notte per effetto delle forti piogge. Un crollo che colpisce il patrimonio per il quale la città si è candidata nel 2006 a entrare nella Lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco. La storia cui si riferisce Puglisi è quella, spiega, "degli effetti dell'urbanizzazione selvaggia che ha devastato il territorio italiano; dei danni al sistema idrogelogico che provocano appunto questi effetti". "Moltissimi dei beni culturali italiani hanno qualche secolo quando non qualche millennio addosso. C'è tutto un patrimonio che ha resistito bene per centinaia o migliaia di anni ma ora -sottolinea Puglisi- il problema non viene da singole vicende che impattano sui monumenti ma dal fatto che tanta parte del territorio è stata urbanizzata, cementificata, senza regole, senza criterio, facendo saltare il sistema idrogeologico. La causa magari è lontana anni ma gli effetti li paghiamo oggi. Basti pensare al 'varo' della Liguria, che sta letteralmente scivolando in mare. La gestione del paesaggio, del territorio, dei piani urbanistici territoriali, in questo Paese è disastrosa -accusa Puglisi- Vero è che negli ultimi anni c'è stata maggiore attenzione ma i danni vengono da lontano e per i miracoli ci vuole un po' di tempo". A quanti sottolineano che sull'Italia pesa anche il netto cambiamento del regime di precipitazioni in questi ultimissimi anni, sempre più violente e concentrate nel tempo, Puglisi ribatte infine che "non si può far finta che le cose siano cambiate perchè il destino è cinico e baro: il clima, in Italia come altrove, cambia perchè l'uomo ha mutato l'ecosistema mondiale; è intervenuto pesantememente sull'ambiente, a partire dalla rivoluzione industriale. Si è imposta una visione del progresso che ha portato a fare si che, letteralmente, il futuro si mangi il passato. Per crescere creiamo i presupposti per tante distruzioni, mentre la crescita vera è quella che avviene all'insegna del miglioramento della qualità della vita".