Roma, 12 apr. - (Adnkronos/Cinematografo.it) - Francesca Neri di parti difficili ne ha interpretate tante. Per Avati e' stata una matura signora borghese con il volto segnato dalle rughe e incorniciato dai capelli bianchi, per Almodovar una giovane moglie insoddisfatta e carica di sensi di colpa nei confronti del marito paraplegico, ma il ruolo piu' impegnativo secondo lei resta quello che le ha regalato la notorieta': l'irrequieta e trasgressiva Lulu' raccontata da Bigas Luna. A 'Le eta' di Lulu" l'attrice, a Lecce in occasione dell'omaggio che il Festival del cinema europeo le dedica, e' particolarmente legata. "Devo tutto a Bigas -confessa con emozione- Ero una sconosciuta, dopo 'Le eta' di Lulu" la mia vita e' cambiata. Era una persona speciale, un guru quasi, sempre equilibrato e sicuro di se' da farti sentire a posto in qualsiasi situazione, anche la piu' estrema. Inutile dire che il film non fosse scabroso, lo era. Per accettare di girarlo ci e' voluto un notevole coraggio e non ne sarei uscita cosi' bene senza Bigas accanto. Mi ha guidata con attenzione e delicatezza, mi sono fidata ciecamente. Ho avuto ragione a farlo, ancora oggi mi sembra un film molto bello". "Ma Luna -aggiunge Neri- non e' stato il solo a segnare la mia carriera, anche Troisi ha avuto un peso fondamentale. Mi aveva visto proprio ne 'L'eta' di Lulu" e voluto per 'Speravo fosse amore e invece era un calesse'. Due colpi di fortuna e nel giro di un anno mi sono sono aperte contemporaneamente le porte del cinema spagnolo e di quello italiano". (segue)