Roma, 20 nov. - (Adnkronos) - Organismi secolari, fossili viventi, specie portate da terre lontane e salvate dall'estinzione grazie ai monaci. Si fa presto a dire 'albero', basta fare una passeggiata per la città per capire quante sfumature e quante storie possono raccontare queste piante. L'occasione può essere la Festa dell'Albero in programma domani, e per chi vive o si trova a Roma le sorprese non mancano visto che "tra le grandi capitali mondiali, Roma è una delle città più verdi. Le sue ville e i suoi giardini sono dei veri e propri polmoni verdi, paragonabili al Central Park di New York", spiega all'Adnkronos Stefano Raimondi, dell'Ufficio aree protette e biodiversità di Legambiente. Prima osservazione: tutta la vegetazione arborea romana è alloctona mentre le specie autoctone non ci sono quasi più, rimpiazzate da alberi 'importati' per motivi paesaggistici o ambientali. Il 'quasi' è d'obbligo perché, per immaginarsi come doveva presentarsi l'area su cui sorge la città, quando era ancora tutta campagna romana, basta fare una passeggiata a Villa Borghese, dove resistono alcuni nuclei di farnie, cerri, lecci che componevano il tipico querceto misto della zona. Villa Borghese a parte, al bosco misto si sono sostituiti i numerosi giardini all'italiana o all'inglese che si possono ammirare un po' ovunque nella Capitale, ma le cui specie sono state introdotte. Alberi d'importazione, insomma, che sono arrivati in città non solo per motivi decorativi e paesaggistici ma anche, per esempio, per arginare l'inquinamento e purificare gli ambienti: a questo servono principalmente i platani che si trovano lungo i percorsi stradali. Nella Città Eterna non potevano mancare le piante antiche, e alcune sono così antiche da meritarsi l'appellativo di 'fossili viventi'. E' il caso del ginkgo biloba e della cycas "presenti sul pianeta prima ancora che l'uomo e i mammiferi facessero la loro comparsa", spiega Raimondi. Il ginko biloba oggi si trova facilmente a Roma, costeggia ad esempio un lungo viale del quartiere Quadraro, "ma fino a 2-3 secoli fa i suoi esemplari si contavano sulle dita di una mano e si trovavano solo in Cina. E' stato grazie ai monaci, che custodivano questi rari esemplari, che la pianta si è propagata e diffusa anche in altre aree del mondo. La cycas, sorta di bassa palma, si trova facilmente in molti giardini". Ha una veneranda età anche la roverella che si può vedere al Bioparco, una quercia secolare nonchè pianta autoctona che ha il primato di essere "l'organismo più antico del Bioparco". Si trova all'ingresso, vicino alle giraffe; non si sviluppa in altezza "ma è l'ampiezza del suo tronco a tradirne l'età", spiega Raimondi. C'è poi un mito da sfatare sugli alberi cittadini: l'inquinamento non li spaventa e tutto sommato godono di buona salute. Critica è, invece, la situazione "dal punto di vista della manutenzione, fondamentale soprattutto in presenza di piante non autoctone - spiega Raimondi - è così che si creano situazioni critiche come quelle conseguenti alla nevicata dell'inverno scorso che ha causato l'abbattimento di alberi non abituati a questi eventi climatici, come nel caso del pino domestico.Il verde di Roma - conclude - da questo punto di vista non sempre è tenuto come dovrebbe".