Pdl, Berlusconi: "Le primarie si faranno"

di Andrea Tempestinidomenica 11 novembre 2012
Silvio Berlusconi e Angelino Alfano

Silvio Berlusconi e Angelino Alfano

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"Tra me e Angelino Alfano c'è una totale condivisione di visioni. Non è mai successo di trovarci uno contro l'altro. Gli voglio bene come a un figlio". Così Silvio Berlusconi in conferenza stampa a Palazzo Grazioli al termine di un pomeriggo travagliato. Prima delle sue parole, infatti, si erano diffuse le voci di un duro scontro tra il Cavaliere e il segretario sulle primarie (primarie sulle quali, ha comunque poi ammesso Berlusconi, lui e Alfano hanno "idee diverse"). "Le faremo - ha spiegato Berlusconi -. Faremo le primarie e abbiamo adottato una bozza di regolamento. Abbiamo deciso che le primarie saranno anche il modo per ricollegarsi ai nostri elettori". Acqua sul fuoco, insomma, dopo che nel confronto a porte chiuse era stato riportato il forte scontro tra i massimi dirigenti del Pdl. Berlusconi avrebbe mostrato poca fiducia nelle primarie e avrebbe invocato volti nuovi. Alfano gli avrebbe risposto per la prima volta in modo duro, affermando che il Pdl non cerca né volti nuovi né gelatai. "Avevamo idee diverse" - Nel corso della conferenza stampa a Palazzo Grazioli, Berlusconi comunque conferma una divergenza sulle consultazioni degli azzurri rispetto alla linea di Alfano: "Io avevo fatto una proposta diversa, semplice e democratica: far votare per la scelta del nostro candidato leader gli iscritti al Pdl, e chi non era iscritto poteva iscriversi attraverso un call center, in dieci giorni. Alfano ha portato avanti la tesi che le primarie sarebbero state positive votando in più di cento città italiane e questo sarebbe stato un utile strumento per riavvicinare i nostri elettori". Parole, quelle del Cav, che di fatto confermano una frizione tra i due massimi dirigenti del Pdl, e arrivate in risposta a un giornalista che gli chiedeva quanto fosse "entusiasta" delle primarie stesse. "Due interventi a cuore aperto" - Sulle regole delle primarie, ancora poche certezza: "Le primarie del Pdl sceglieranno il nostro candidato premier qualora si dovesse andare a votare con questa legge elettorale", si è limitato a dire il Cav. Che poi ha aggiunto: "Dopo cinque ore e mezza di ufficio di presidenza, la riunione mi ha molto confortato. I miei due interventi - ha "confessato" accreditando le voci che riferivano del vivace scontro tra Silvio e Angelino - sono stati a cuore aperto, e alla fine il risultato è molto positivo". E ancora: "Dall'ufficio di presidenza ho potuto constatare la fiducia di tutti di poter segnare ancora la storia del Paese e il grande orgoglio per il nostro passato, e ho potuto constatare la qualità di tutta la nostra classe dirigente".   "Non sosterrò nessuno" - Silvio, sempre in tema di primarie, aggiunge che "ho promesso che quando il tempo me lo consentirò andrò nelle varie assemblee che si terranno in vista delle consultazioni, e andrò alla convention ma non per sostenere un candidato". Poi, a chi gli chiedeva se parteciperà al carrozzone delle primarie azzurre facendo campagna elettorale attiva per sostenere un candidato, ha preferito rispondere il segretario Alfano che, seduto accanto a lui, gli ha fatto segno di "no" con un dito. Silvio, insomma, non sosterrà nessuno. Nemmeno l'ex Guardasigilli, il delfino designato (o forse è meglio dire "ex" delfino designato?). "Samorì l'ho visto una sola volta" - Berlusconi ha poi negato le voci secondo le quali il nome su cui vorrebbe puntare è quello dell'imprenditore Giampiero Samorì: "E' stato detto che voglio un volto nuovo e che questo volto nuovo sarebbe quello di Samorì. L'ho incontrato una volta sola e nemmeno sapevo che fosse interessato alla politica", ha tagliato corto il Cav. Di sicuro, c'è che Samorì (leggi il ritratto: chi è l'imprenditore) ha gettato la maschera e ha confermato la sua candidatura alle primarie del Pdl. E lo stesso Samorì ha usato toni molto duri contro il partito: "Sono degli incapaci". Nel suo intervento in conferenza stampa a Palazzo Grazioli, inoltre, Berlusconi ha aggiunto che "non ho mai pensato a una mia lista personale. Me l'hanno attribuita i media". Le critiche a Monti - Nel suo intervento, l'ex premier non ha lesinato critiche a Mario Monti e al suo governo. Secondo Berlusconi verso la politica vi è un "disgusto generale" che deriva, tra le altre cose, "dal fatto che c'è un Governo di tecnici che si è installato al posto di un Governo voluto da cittadini". Silvio ha poi elencato gli errori che, a suo parere, avrebbe commesso l'esecutivo dei tecnici: "Hanno fatto dei provvedimenti che hanno aumentato la disoccupazione e fatto calare la produzione. Ci troviamo in una situazione per cui nella gente si fa largo il timore, la preoccupazione, l’ansia e anche la depressione". Il Cav, però, ha spiegato che "non faremo la campagna elettorale contro Monti perché, tra l'altro, non sarà più in campo, almeno stando alle sue dichiarazioni. E farlo - ha aggiunto - sarebba anche controproducente. Quindi quando ho detto questa cosa a Vespa non ho contraddetto me stesso". "Spero nell'election day" - Dopo aver ventilato di togliere anzitempo la fiducia a Monti, l'ex premier, a chi gli chiedeva se si voterà in aprile, ha risposto: "Questa è l'indicazione del Colle. Penso di sì perché questa è l'indicazione che ci viene dal Quirinale". Poi la richiesta di un election day: "Ci auguriamo che le elezioni politiche e quelle regionali si svolgano in un unico giorno, sia per ragioni di risparmio di soldi ma anche per non fare tre mesi di campagna elettorale". Una campagna elettorale che, come aveva annunciato e che comunque andranno le cose, vedrà Berlusconi impegnato in prima persona: "Tornerò in tv, non appena se ne presenterà l'occasione e spero di riuscire ad essere ancora un buon comunicatore. Tornerò a parlare presto". Infine, a chi gli chiedeva se sosterrebbe la candidatura di Monti al Quirinale, ha risposto: "Non credo sia questo il momento di parlarne". "Consulta, organo di sinistra" - L'ex premier è poi tornato a insistere sulla necessità di riformare la Costituzione, insistendo soprattutto sulla priorità di attibuire più poteri alla presidenza del Consiglio, poiché altrimenti, con l'attuale situazione, "il premier rischia di fare solo il burattino". Sulla Corte Costituzionale, Berlusconi ha mostrato di avere le idee chiarissime: "E' un organo istituzionale della sinistra". Il Cav ha ribadito che "il pm impugna la leggeche non gli piace e la Corte Costituzionale la abroga perché costuita da undici membri di sinistra. E' un organo istituzionale della sinistra - ha ribadito - e il premier sta a fare il burattino...".