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Caritas in allarme: "Immigrati in crescita nonostante gli accordi con la Libia"

Dopo lo sbarco di 50 immigrati a Linosa, riesplode il problema irregolari. "Tripoli non vigila a sufficienza"
di Roberto Amaglio sabato 14 agosto 2010

2' di lettura

Sembra non essere stato risolto il problema dell’immigrazione clandestina in Italia e, di conseguenza, in Europa. Il tornello principale che dovrebbe vigilare sugli sbarchi nel Mediterraneo, la Libia, sembra non funzionare al meglio. Questo è il monito lanciato dalla Caritas che, prendendo spunto dall’ultimo sbarco di 50 immigrati avvenuto domenica notte a Linosa, ha rilanciato l’allarme degli sbarchi sulle isole siciliane. "C’è un flusso costante e una pressione migratoria importante nonostante gli accordi presi con la Libia dal nostro Governo", denuncia Oliviero Forti, responsabile nazionale della Caritas Poi avverte. "Un paese come la Libia - prosegue Forti - oggi deve assolvere al ruolo di sentinella dell’Europa. Ci si chiede fino a quando questo potrà accadere perché sappiamo tutti che la Libia ha un ritorno economico rispetto al ruolo che ricopre. Nel momento in cui non si riesce più a sostenere questa dinamica assistiamo alla ripresa degli sbarchi, non nella stessa quantità del passato ma comunque un numero di sbarchi che sommati fanno centinaia di persone e alle quali comunque bisogna dare delle risposte". I numeri dell’immigrazione – Gli ultimi dati ufficiali sono quelli dell’Istat, relativi al 1° gennaio 2010. In questo dossier si parla di 4.279.000 stranieri in Italia, pari al 7,1% della popolazione totale, con un incremento rispetto all'anno precedente del 10% (388.000 persone, valore inferiore sia al 2007 che al 2008). In questo valore però non sono comprese le naturalizzazioni, né ovviamente gli irregolari. Parlando di immigrati irregolari, invece, ciò che si sa è che i tecnici del Viminale, a metà del 2009, hanno fotografato una situazione drammatica, con oltre seimila sbarchi nei primi cinque mesi dello scorso anno. Gli accordi con la Libia ratificati dal Cavaliere nel giugno del 2009 hanno migliorato la situazione ma, stando alla Caritas, si è ben lungi dal risolvere un problema di portata continentale.

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