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Capodanno, sicurezza eventi e locali a rischio per mancanza di personale autorizzato: l'allarme di A.I.S.S.

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A.I.S.S. (Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria) lancia l’allarme: manca personale autorizzato per gestire gli eventi legati alle imminenti 
festività. A scarseggiare sono gli Addetti ai servizi di controllo per attività di intrattenimento e spettacolo: il personale previsto dal D. M. Interno 
del 6 Ottobre 2009 ha infatti subito un decremento a causa del mancato utilizzo durante il periodo pandemico. 


In conseguenza dello stop dovuto al Covid-19, un intero comparto si è trovato forzatamente bloccato per mancanza di lavoro, e purtroppo sono rimasti 
inascoltati gli appelli lanciati da A.I.S.S. per cercare di reimpiegare questo personale - specializzato nella gestione dei flussi e deflussi in eventi, 
concerti e discoteche - nelle attività di controllo del distanziamento sociale all’interno di supermercati e altre attività. Per contro si è fatto ricorso 
a ogni genere di altra figura, benché non specializzata, distruggendo così la forza lavoro che negli anni gli Istituti autorizzati ex art. 134 del T.U.L.P.S. 
(Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) avevano formato, pur nelle mille difficoltà che spesso Burocrazia e Leggi poco rispondenti alle esigenze 
del mercato e delle realtà operative determinano. Un mercato difficile quello della Sicurezza privata, dove i soggetti autorizzati dalle Prefetture sono costretti a subire la concorrenza sleale di concorrenti privi di qualsivoglia competenza e autorizzazione, come accaduto quando venne modificato il Decreto dell'ex Capo della Polizia Gabrielli sulla gestione degli eventi e delle sagre: una modifica che doveva rispondere a oggettive esigenze di piccoli eventi ma che, nei fatti, si è rivelato un boomerang sia per la Sicurezza sia per gli Istituti autorizzati. I quali, da quel giorno, sono costretti a convivere con pseudo-associazioni di volontariato, che oltre a dequalificare il settore pongono in essere una pericolosa attività di dumping, abbassando sotto le soglie consentite dalla Legge le paghe degli operatori. E così eludendo tasse e contributi attraverso rimborsi spese. 


All’indomani della ripresa del settore degli eventi (primo a fermarsi e ultimo a ripartire), molti Operatori in possesso di autorizzazione prefettizia erano nel 
frattempo stati costretti a trovarsi una diversa occupazione per vivere. 


Arrivati ora a ridosso delle festività, il mercato richiede un numero di Operatori autorizzati superiore alle disponibilità degli Istituti. Per evitarlo A.I.S.S. aveva 
lanciato un appello in primavera, affinché venissero istituiti corsi regionali gratuiti per gli aspiranti Addetti ai servizi di controllo: corsi non implementati, tranne rare eccezioni come quella di Genova, dove la disponibilità e la comprensione delle esigenze di sicurezza e legalità da parte del Prefetto e delle Autorità tutte hanno consentito di inserire nel protocollo d’intesa territoriale una quota di personale di supporto, così come previsto dal D.M. 24 Novembre 2016. 


Secondo A.I.S.S., la scarsa attenzione del Legislatore per il settore della Sicurezza privata si rileva anche nel palese contrasto con la gerarchia delle fonti. Nello 
specifico, il D.M. del 2016 (che consentirebbe l’applicazione del D.M. del 2012) viene subordinato ad un Protocollo d’intesa territoriale mai sottoscritto in numerose Prefetture Italiane, oppure scaduto, lasciando nei fatti nell’impossibilità di garantire la Sicurezza da parte degli Istituti autorizzati, secondo quanto previsto da Regi Decreti (nelle norme ci sono ancora Regi Decreti!), D.M. e Circolari. 


"Siamo in Italia, verrebbe da dire, per giustificare incongruenze e assenze di ogni ogni tipo", afferma il Presidente di A.I.S.S. Franco Cecconi, "tuttavia come Associazione in rappresentanza di aziende del settore Sicurezza e Investigazioni ci appaiono sempre più necessari dialogo e confronto con la Politica, al fine 
di creare un alveo normativo che consenta alle aziende in regola di lavorare, fermando una volta per tutte ambigue e nocive figure ibride presenti sul mercato, e consentendo al settore di potersi esprimere per tutte le proprie potenzialità senza essere costretto a pericolosissimi slalom normativi". "Riconoscere il diritto delle aziende della Sicurezza e delle Investigazioni di poter partecipare alla concertazione con Governo e Parti sociali", prosegue Cecconi, "riconoscere il diritto di poter intraprendere un’attività nel rispetto delle norme senza subire concorrenza sleale, riconoscere professionalità come quella del servizio delle Guardie del corpo private disarmate - servizio vietato ma svolto sotto gli occhi di tutti, e come richiesto da A.I.S.S. bisognoso di una regolamentazione che consenta a chi desidera operare alla luce del sole di poterlo fare, garantendo qualità e trasparenza nel servizio - rientra a pieno titolo negli asset produttivi da considerare strategici". 


Gli interventi richiesti da A.I.S.S. consentirebbero agli Istituti autorizzati ai sensi dell’art 134 del T.U.L.P.S. di poter operare utilizzando personale di supporto anche nelle numerose Province sprovviste di accordo quadro territoriale, garantendo il fatto che tali Addetti siano in possesso di contratto di lavoro subordinato con il titolare dell'Istituto autorizzato; che posseggano i requisiti di cui all’art.11 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (approvato con Regio Decreto 18 Giugno 1931, n. 773); che l’elenco nominativo del Personale con mansioni di supporto venga trasmesso in Questura e che, infine, il personale non iscritto avente mansioni di supporto eserciti le proprie funzioni sotto il coordinamento e sotto la responsabilità del personale iscritto all’elenco prefettizio. 


Una richiesta dettata dall’urgenza, quella di A.I.S.S., unita alla richiesta di incontro con il Governo per affrontare in modo risolutivo le numerose problematiche che affliggono la categoria. "Non ci accontentiamo", conclude il Presidente Cecconi, "di un tesserino di riconoscimento ottenuto dopo 20 anni di battaglie: chiediamo uno sforzo maggiore e una maggiore sensibilità per un comparto che offre lavoro e potrebbe offrire lavoro qualificato e ben retribuito se solo il Legislatore lo consentisse". 


La Sicurezza è un bene primario: l'auspicio è quello che vengano varate norme corrette e indirizzate allo sviluppo del comparto e del Paese tutto, abbandonando finalmente quei provvedimenti la cui risultante impoverisce le Aziende e le Famiglie che dagli Istituti di Sicurezza dipendono.

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