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Nasce "inglese per negati": docenti in rivolta (di nuovo)

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Gli italiani trovano il modo di apprendere l'inglese in un paio di mesi anziché in cinque anni e i professori giustamente si indignano.

In un'epoca dove l'informazione viaggia veloce e l'educazione sembra arrancare, ecco che spuntano nuovi bersagli per l'ira accademica: video educativi online (vero: forse con qualche parolaccia qua e là) e metodi di apprendimento non convenzionali. 

Professori di scuola superiore infuriati - invece di dedicarsi all'ardua arte dell'insegnamento - si lanciano in crociate digitali contro questi contenuti, accusandoli di svariate nefandezze. Evidentemente il tempo libero non manca.
Decine di commenti aggressivi e insulti sotto i video che spiegano come riuscire ad apprendere la lingua straniera senza mai aprire un libro di grammatica. Educatori non troppo educati, dunque.

Cosa rivela, in realtà, questo fenomeno? Una profonda crisi nel sistema educativo italiano. Soprattutto nell'apprendimento dell'inglese. 
Il sistema d'istruzione, negli ultimi anni, ha mostrato tutte le sue crepe, non più occultabili da un velo di indifferenza o da statistiche manipolate. Insomma, ancora ben lontani dall'agognata Scuola delle 3 "i" (inglese, impresa, informatica).

Proprio l'inglese, lingua franca del nostro tempo, sembra essere il tallone d'Achille della maggior parte degli italiani, i quali, nonostante anni di studio, si trovano impreparati a sostenere anche la più banale conversazione.

Il fallimento è sotto gli occhi di tutti. Basta chiedersi: quanti, dopo anni di scuola, possono affermare di padroneggiare veramente la seconda lingua?

Eppure, anziché indirizzare gli sforzi verso una proposta di riforma radicale dell'insegnamento, alcuni membri del mondo accademico preferiscono puntare il dito contro chi cerca di colmare queste lacune, anche se con metodi poco ortodossi. Si parla di un gruppo di coach indipendenti che, attraverso video scandalosi e coniando il termine "inglese per negati", non solo critica apertamente il metodo d'insegnamento scolastico dell'inglese, ma offre anche soluzioni per superare il blocco linguistico che affligge la maggior parte degli italiani.

I professori in questione hanno risposto con veemenza, etichettando questi video come inappropriati e sminuendo il valore educativo degli stessi.
Ma in fondo, cosa fa più male? Un linguaggio colorito, o un sistema educativo che non riesce a insegnare una competenza fondamentale nel mondo moderno?

La questione solleva un dibattito più ampio: cosa è necessario fare per migliorare l'efficacia dell'insegnamento dell'inglese nel nostro Paese? Chi ha veramente ragione in questa diatriba? È più produttivo concentrarsi su chi tenta di trovare soluzioni, per quanto discutibili, o su un sistema che sembra aver fallito il suo obiettivo principale?

Forse per qualcuno la risposta potrebbe non essere così semplice come sembra. Qui i video incriminati dell'inglese per negati.

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