Il finanziamento della formazione in Sicilia continua a presentare gravi disfunzioni
Ancora una volta tornano alla ribalta le inaccettabili disfunzioni del sistema di finanziamento della formazione nella Regione Sicilia. Su questo tema, sollevato da recentissimi e clamorosi eventi riportati in cronaca, interviene Lucia Alfieri, presidente di CiForma, l’associazione per il coordinamento degli enti di formazione.
“Nonostante il tentativo da parte del precedente assessore Roberto La Galla di riavviare la formazione in Sicilia, secondo un modello meritocratico ‘a sportello’ che riconosceva le risorse economiche solo agli enti capaci di utilizzarle correttamente, assistiamo a un penoso passo indietro ispirato a logiche superate e certamente non idonee a creare un’offerta formativa di qualità, cui si aggiunge l’assenza pressoché totale di controlli per verificare in modo capillare la correttezza dell’azione di molti enti di formazione destinatari di cospicue risorse pubbliche”.
“Da tempo, – dichiara Alfieri - abbiamo denunciato l’applicazione dei contratti pirata da parte di molti enti di formazione, compresi alcuni di quelli che fino a oggi hanno detenuto l’oligopolio dell’offerta formativa in Sicilia; l’applicazione di questi contratti ribassa il costo del lavoro, determinando la perdita, da parte degli enti di formazione, delle professionalità di alto livello in grado di erogare formazione di qualità. Come se non bastasse, il ribasso indiscriminato del costo del lavoro produce una ricaduta estremamente negativa sulle casse dell’erario, in quanto consente un inammissibile margine di guadagno agli enti di formazione che rendicontano a UCS (unità di costo standard) un costo del lavoro di fatto non sostenuto”.
“Si ricorda – prosegue il presidente di CiForma - che l’UCS viene calcolato tenendo conto dei costi indicati dai contratti leader. Laddove questi contratti non vengano applicati, ma vengano applicati quelli “pirata”, gli enti percepiscono un importo superiore di circa il 30% rispetto ai costi effettivamente sostenuti per personale e docenti”.
“Il silenzio ingiustificato e l’inerzia del Governo regionale rispetto agli alert ripetutamente lanciati dalla federazione Ciforma e da altre federazioni di categoria hanno prodotto gli effetti temuti: la diffusa e incontrollata applicazione dei contratti pirata da parte degli enti destinatari di ingenti risorse pubbliche, lo sfruttamento dei lavoratori e la qualità estremamente scadente dell’offerta formativa” denuncia Alfieri.
Alla denuncia segue la richiesta: “Chiediamo ancora una volta un deciso intervento di controllo e monitoraggio dei requisiti che la normativa sull’accreditamento impone agli enti di formazione, primo tra tutti la corretta applicazione del CCNL di settore non pirata. Solo un sistema di rating degli enti di formazione in base a vari parametri, tra cui la qualità dei programmi formativi offerti, l'efficacia nell'inserimento lavorativo dei partecipanti, la trasparenza amministrativa e la conformità al contratto collettivo applicato, potrebbe costituire uno strumento valido a garantire il corretto utilizzo delle risorse pubbliche e un concreto miglioramento della qualità complessiva dell'istruzione e della formazione professionale, incentivando gli enti a migliorare continuamente la loro offerta formativa e a dimostrare un impegno verso l'eccellenza”.
In conclusione, “Auspichiamo l’avvio di un serio sistema di monitoraggio e di controllo degli enti di formazione che coinvolga anche l’Ispettorato del Lavoro, affinché il sistema di violazione e abuso delle norme sino a oggi perpetrato venga finalmente arginato, e la formazione in Sicilia possa definitivamente affrancarsi dall’onta che l’affligge e diventare davvero un volano di crescita e di sviluppo occupazionale” conclude il presidente di CiForma, Lucia Alfieri.