“L’Europa si trova a un bivio. La crisi economica globale, con inflazione persistente e crescita stagnante, richiede scelte coraggiose: meno tasse, più competitività, maggiore libertà per i cittadini. Invece, la proposta del Commissario europeo Wopke Hoekstra di rivedere la Direttiva sulle accise sul tabacco (TED) va nella direzione opposta. Aumentando le imposte su sigarette tradizionali, tabacco riscaldato, e-cigarette e pouch di nicotina, il piano rischia di raddoppiare i prezzi al dettaglio, colpendo duramente l’Italia e i suoi cittadini. È una misura che non solo minaccia l’economia, ma alimenta criminalità, disuguaglianze e un proibizionismo fiscale inefficace. L’Italia è il primo produttore di tabacco dell’Unione Europea, con il 27% della produzione totale: 50.000 tonnellate annue coltivate in Campania, Umbria, Veneto e Toscana. Questa filiera è un pilastro dell’economia nazionale, dando lavoro a oltre 25.000 agricoltori e 4.400 addetti nell’industria manifatturiera. Nel 2023, l’export di tabacco è cresciuto del 5,8%, dimostrando la vitalità del settore. Ma l’aumento delle accise proposto da Hoekstra metterebbe in ginocchio questa realtà. La domanda di tabacco calerebbe, i produttori perderebbero competitività e migliaia di posti di lavoro sarebbero a rischio. Non si tratta di un danno astratto, ma di un colpo diretto a regioni e comunità che dipendono da questa filiera. Gli effetti negativi, però, non si limitano all’economia. L’aumento delle accise colpirebbe in modo regressivo i consumatori a basso e medio reddito, già provati dall’inflazione. Ridurre il loro potere d’acquisto significa alimentare malcontento sociale e frenare i consumi in altri settori. Ancora più preoccupante è l’impatto sul mercato nero. È un dato di fatto: tasse eccessive sul tabacco favoriscono il contrabbando. In Francia, dove le accise sono tra le più alte d’Europa, il 33% del tabacco consumato è illegale. Nei Paesi Bassi, durante il mandato di Hoekstra come vicepremier, la quota di sigarette di contrabbando è passata dal 15% al 25% in soli due anni. Questo fenomeno non solo priva lo Stato di entrate fiscali, ma rafforza le reti della criminalità organizzata e rende impossibile controllare la qualità dei prodotti, mettendo a rischio la salute pubblica.
Un altro aspetto critico è la penalizzazione dei prodotti a rischio ridotto. E-cigarette e tabacco riscaldato sono strumenti fondamentali per milioni di ex fumatori. In Italia, il mercato del tabacco riscaldato è cresciuto del 15% nel 2024, raggiungendo un valore di 4,5 miliardi di dollari. In Svezia, dove questi prodotti sono incentivati e non soffocati da tasse proibitive, il tasso di fumo è tra i più bassi d’Europa. Tassare pesantemente queste alternative significa spingere i consumatori verso il mercato nero o il fumo tradizionale, vanificando anni di progressi nella lotta al tabagismo.
Hoekstra sembra voler imporre a tutta l’Unione il modello fiscale olandese, con un carico del 110% sul prezzo delle sigarette. È un approccio centralista che ignora le profonde differenze socioeconomiche tra gli Stati membri. L’Italia, che ha già formalmente espresso la sua opposizione, non può accettarlo. Serve un’Europa che promuova la competizione fiscale, non l’armonizzazione forzata. I Paesi con tasse più basse possono ispirare gli altri, creando un circolo virtuoso di crescita e innovazione.
Questa proposta non è solo un errore economico. È una minaccia culturale e sociale. Il proibizionismo fiscale non riduce il consumo, ma lo sposta verso l’illegalità, arricchendo le mafie e penalizzando i più deboli. L’Italia deve guidare la resistenza, unendo le forze con altri Stati dissenzienti. Non si tratta solo di difendere un settore strategico, ma di affermare un’idea di Europa: una comunità che rispetta le diversità, scommette sulla libertà e rifiuta imposizioni burocratiche. È tempo di dire no al piano Hoekstra e di costruire un futuro migliore per i nostri cittadini.” - Così in un comunicato stampa l’On. Filippo Maturi, ex Deputato e Presidente di IEP - Italian Export Program.