Il 9 marzo è partito da Brescia un viaggio simbolico e profondo, che unisce territori, persone e passioni: è “Il Cuore dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano-Cortina 2026”, il progetto di Regione Lombardia che attraversa le dodici province lombarde come una staffetta emozionale. Un cammino che celebra non solo lo sport, ma anche la cultura, la tradizione e l’identità di una terra ricca di sfumature. Dopo la 23ª Brescia Art Marathon e una serie di eventi che hanno fatto vibrare le città lombarde, è il momento di Mantova. E non potrebbe esserci cornice migliore: il 7 giugno, la città si accende per la 50esima edizione della storica MincioMarcia, evento che unisce cittadini e visitatori lungo un percorso che è sport, ma anche scoperta del paesaggio e delle meraviglie del territorio mantovano. Mantova non è una città che si visita: è una città che si vive, che si respira. Avvolta da tre laghi formati dal fiume Mincio, Mantova appare come un’isola fuori dal tempo. Il suo profilo, con le torri e le cupole che si specchiano sull’acqua, accoglie il visitatore con la grazia di una poesia rinascimentale. Camminare per le sue strade è come attraversare una galleria d’arte a cielo aperto, dove ogni angolo racconta una storia. Uno dei cuori pulsanti della città è Piazza delle Erbe dove la vita scorre da secoli tra i portici medievali e le facciate affrescate. Qui si affacciano il Palazzo della Ragione, la Torre dell’Orologio e la Rotonda di San Lorenzo, la chiesa più antica della città. Ma è sufficiente alzare lo sguardo per perdersi nel cielo mantovano, spesso attraversato da stormi di rondini, testimoni silenziose della bellezza eterna di questo luogo. A pochi passi dalla piazza si apre lo scrigno raffinato del Teatro Bibiena, uno dei gioielli nascosti d’Italia. Inaugurato nel 1769 e pensato per la musica, la scienza e l’arte, incanta con le sue logge in legno e la perfetta armonia delle proporzioni.
Qui, il giovane Mozart si esibì a soli tredici anni, lasciando un’impronta indelebile nel cuore musicale della città. Mantova è anche Palazzo Te, la villa dei sogni di Federico II Gonzaga, realizzata dal genio di Giulio Romano. È un luogo visionario, dove l’architettura si fonde con l’illusione pittorica, e dove ogni sala è un viaggio nell’inconscio e nel mito. La Camera dei Giganti, con le sue figure imponenti che sembrano crollare addosso allo spettatore, è uno dei capolavori assoluti del manierismo europeo. Fuori dai confini della città, il territorio mantovano continua a sorprendere. Tra i luoghi più suggestivi c’è San Benedetto Po, inserito tra i borghi più belli d’Italia. Il maestoso complesso monastico di San Benedetto in Polirone, fondato nel 1007, è un simbolo della spiritualità e del potere benedettino nell’Italia medievale. Le sue arcate, i chiostri, i silenzi interrotti solo dal fruscio del vento tra le colonne, offrono un’esperienza di pace e meraviglia. Il paesaggio che circonda Mantova è un mosaico di natura e cultura, perfetto da esplorare in bicicletta. I percorsi cicloturistici lungo il fiume Mincio collegano Mantova a Peschiera del Garda, regalando scorci di rara bellezza tra canali, campagne, borghi rurali e riserve naturali. È un turismo lento, che invita a fermarsi, a guardare, a sentire.
Un viaggio che si fa racconto personale, un diario scritto con le ruote che scorrono sull’asfalto e gli occhi pieni di verde. E poi, naturalmente, c’è il gusto. Perché Mantova è anche terra di sapori autentici, dove la tradizione gastronomica si tramanda con amore e orgoglio. Le tavole imbandite raccontano di un passato contadino e nobile insieme: i tortelli di zucca, dolci e speziati, serviti con burro fuso e parmigiano, sono una sinfonia di sapori; il risotto alla pilota, cotto con cura e arricchito con salamella, celebra la cucina dei lavoratori del riso. Non manca il luccio in salsa, che arriva direttamente dalle acque dolci del Mincio. E poi lei, la regina dei dolci mantovani: la sbrisolona, friabile e rustica, da spezzare rigorosamente con le mani. Un dolce antico che sa di casa, di feste, di famiglia. Accanto a lei, la torta Elvezia, i tortelli dolci e la mostarda mantovana raccontano la passione per i contrasti: dolce e salato, morbido e croccante, semplice e sofisticato. In questo scenario, la MincioMarcia del 7 giugno non è solo una camminata, ma il simbolo di una città che corre con il cuore. Un cuore che batte forte per lo sport, per la cultura, per la sua gente. Un cuore che si prepara ad accogliere il mondo, in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano-Cortina 2026. Mantova, con la sua storia millenaria, le sue eccellenze artistiche e gastronomiche, i suoi paesaggi d’acqua e di terra, è pronta a essere parte viva di questo grande racconto lombardo. Perché qui, dove ogni pietra parla di bellezza, ogni piatto racconta un’emozione, e ogni strada invita al viaggio, si sente forte il battito del cuore della Lombardia. Un battito che parte da lontano, ma che oggi, più che mai, guarda al futuro con fiducia e meraviglia.