Spiati a casa e in ufficio, un problema al quale ormai non sfugge più nessuno. La cybersicurezza è diventata un'esigenza non più procrastinabile: "Il tema -spiega il Ceo di Uese Italia Giuseppe Izzo, fondatore di GuardianSoc, uno dei massimi esperti del settore- non riguarda solo aziende e professionisti ma, entrando nelle nostre abitazioni, appartiene a tutti noi. Nessuno escluso. I rischi sono ovunque: nelle telecamere che installiamo a presidio di uffici e appartamenti, nei pc e persino, tanto per fare un altro esempio, nel dispositivi collegati al digitale terrestre attraverso la rete e nelle televisioni di ultima generazione. Non è piacevole immaginare di poter essere controllati da ignoti mentre, seduti comodamente sul divano, guardiamo un film in compagnia".
I rischi che corriamo sono rilevanti e tutti sgradevoli: "Se gli hacker riescono a spiarci laddove ci sentiamo al sicuro -sottolinea Izzo- le conseguenze sono importanti sia sotto il profilo psicologico che materiale. Essere colpiti nella propria intimità, come dimostrano quanto accaduto a Stefano De Martino, non è piacevole ma, può anche succedere che a essere filmati siano i nostri figli, magari minorenni, o che si perdano mail importanti come una prenotazione di un esame diagnostico salvavita o di un referto per una patologia importante. Culturalmente non siamo ancora preparati, ma questo non è un problema da prendere sottogamba o da non considerare. Qui, c'è in gioco un bene prezioso che si chiama tranquillità".
Cosa bisogna allora fare, come ci si può difendere? "Non sottovalutare il pericolo -continua il fondatore di GuardianSoc- significa anche porre in essere degli accorgimenti che non sono più rinviabili. La prima regola sta nell'accortezza di non portare mai il pc di lavoro a casa. Farlo significa aprire il varco a virus che possono potenzialmente invadere le abitazioni dove viviamo infettando tutti i dispositivi presenti, compresi quelli dei nostri figli. Occorre poi limitare al massimo device facilmente attaccabili. Oggi va di moda utilizzare, per difendere la nostra privacy, telecamere da 20 euro che sono però giocattolini bucabili. Occhio, quando si acquistano, al marchio CE e alle quattro cifre che ne compongono il codice dell’Organismo di certificazione. Da lì si può risalire, anche grazie all'aiuto del rivenditore, alla bontà del prodotto".
La cybersicurezza domestica è insomma una priorità: "Quando decidiamo di comprare casa -afferma Izzo- ci accertiamo, con l'aiuto di un ingegnere, che non ci siano problemi strutturali o, con l'aiuto di un avvocato, che non siano presenti ipoteche. L'arrediamo chiamando un architetto, curiamo i punti luce con un elettricista e chiamiamo un idraulico per capire se tutto funziona. Ecco credo che sia giunto il momento di farci aiutare anche da un cybermanager qualificato che ci possa consigliare come proteggere le nostre abitazioni dagli hacker. Per riconoscere il professionista più adeguato, basta verificare che sia in possesso del certificato di qualifica professionale DPO rilasciato da Accredia e di quello di Auditor ISO 27001 rilasciato da un Organismo di Certificazione accreditato. Sono gli attestati che garantiscono, in caso di errori, un eventuale e adeguato risarcimento danni".