“Servono sobrietà digitale, cultura della cybersicurezza e investimenti nelle nuove tecnologie, ma anche certezza delle origini dei dati, tutela dell’informazione e formazione continua per tutti i cittadini. La transizione digitale non va frenata, va governata. Il digitale consuma energia e risorse, ma riduce la necessità di mobilità, accelera la ricerca e connette le competenze. Un concetto fondamentale è che la sicurezza informatica non è un costo, ma è parte integrante di ciò che dà valore ai nostri beni e al nostro lavoro. Le vulnerabilità delle nostre imprese, delle istituzioni e dei privati cittadini sono note: software non aggiornati, una superficie di attacco sempre più ampia e affidamento su fornitori extraeuropei. Per contrastare la capacità offensiva dei cybercriminali, occorrono investimenti adeguati, cultura della sicurezza informatica e formazione continua. Per questo considero importante inserire nei programmi scolastici corsi di educazione digitale sulla sicurezza online”. Lo ha dichiarato Andrea Mascaretti parlamentare di Fratelli d’Italia nelle Commissioni Bilancio e Lavoro a Montecitorio, nel corso del Cnpr Forum “Cybersecurity e sostenibilità, la nuova frontiera del rischio digitale”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
Secondo Luigi Nave, senatore del M5s in Commissione Ambiente e Innovazione Tecnologica a Palazzo Madama “investire nelle tecnologie oggi è essenziale per garantire una gestione efficiente e sostenibile del traffico dei dati. Esistono già strumenti innovativi in questa direzione, come i data center alimentati da fonti rinnovabili, le tecnologie di compressione intelligente dei dati e l’edge computing, che consente di elaborare le informazioni direttamente vicino alla loro origine, evitando il trasferimento verso data center remoti. Tutto ciò permette una notevole riduzione dei costi energetici.
La sostenibilità non rappresenta un ostacolo all’innovazione, anzi: le aziende più responsabili saranno anche quelle più competitive sui mercati globali. Un altro aspetto cruciale - ha aggiunto Nave - riguarda le competenze digitali, ancora troppo carenti in Italia. Sarebbe utile introdurre voucher o crediti d’imposta per le imprese che investono nell’ammodernamento delle proprie infrastrutture informatiche, favorendo al contempo la creazione di piattaforme nazionali condivise di cybersecurity.
Infine, occorre puntare sulla formazione mirata delle nuove generazioni, perché la cultura digitale rappresenta una risorsa strategica”.
Puntare sulla sostenibilità è prioritario per Chiara Tenerini, deputato di Forza Italia in Commissione Lavoro della Camera: “L’idea che i server inquinino più degli aerei non è più un luogo comune, ma una realtà consolidata: oltre il 4% delle emissioni globali deriva dal traffico dati, questa spinta tecnologica non può essere fermata. È una transizione inevitabile, che dobbiamo imparare a governare trovando gli “anticorpi”.
Dobbiamo puntare su soluzioni ecocompatibili, ottimizzazione degli spazi di archiviazione e su infrastrutture digitali più sicure, orientandoci verso cloud europei che garantiscano maggior tutela e sovranità dei dati. Serve anche un uso più trasparente e responsabile delle informazioni, sviluppando algoritmi capaci di efficientare il traffico dati globale.
La sfida dell’impatto energetico e quella della cybersecurity sono oggi cruciali. Il governo si sta confrontando con forme di guerra ibrida che colpiscono duramente la vita economica e finanziaria del Paese. Per questo - ha sottolineato Tenerini - è necessario investire di più nel settore, proteggere la PA e supportare imprese e cittadini, che faticano a cogliere i benefici della trasformazione digitale e che devono essere messi nelle condizioni di affrontarla in sicurezza”.
Per Mauro Del Barba (Italia Viva) segretario della Commissione Finanze della Camera: “Le emissioni generate dal digitale sono ormai un dato evidente. È naturale che il loro impatto cresca: streaming, cloud e soprattutto intelligenza artificiale stanno aumentando enormemente il volume dei dati trattati e, con esso, i consumi energetici. Per questa ragione occorre mettere in campo politiche di risparmio energetico nei data center, software e archiviazioni più efficienti, sistemi di auto-eliminazione intelligente e pratiche di minimizzazione dei dati. L’arrivo del quantum computing potrebbe in futuro ridurre l’energia necessaria per le elaborazioni più complesse.
Il fenomeno va regolato, perché accanto all’impatto ambientale c’è quello cruciale della sicurezza informatica, oggi decisiva per la competitività delle imprese e la tutela dei cittadini. Sul cyberbullismo - ribadisce Del Barba - si lavora con progetti di prevenzione nelle scuole. Le imprese, invece, restano spesso impreparate: molte si occupano di cybersecurity solo dopo aver subito un danno. Rafforzare la cultura della sicurezza digitale è essenziale per proteggere persone, aziende e sistema Paese”.
Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Sabatino Broccolini, commercialista e revisore legale dell’Odcec di Teramo: “Nel 2024 il traffico globale di dati ha generato oltre il 4% delle emissioni mondiali. E’ indispensabile promuovere una gestione responsabile dei dati, senza frenare l’innovazione. Per il mondo produttivo, la sicurezza informatica è ormai parte integrante della competitività. Occorrono strumenti che possano aiutare imprese e professionisti a investire davvero in protezione digitale senza appesantire i costi. La rivoluzione digitale porta con sé rischi crescenti: minacce alla sicurezza personale e danni al benessere psicofisico legati a cyberbullismo, dipendenze e uso eccessivo della tecnologia, per questo è importante agire sulla formazione delle giovani generazioni”. Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale Esperti contabili: “Le emissioni non dipendono dai dati in sé, ma dall’energia necessaria per produrli, conservarli e farli circolare. Per questo il problema va affrontato dal lato della produzione energetica, puntando su fonti rinnovabili e non fossili. Con energia pulita potremo sostenere senza danni ambientali l’enorme fabbisogno generato dalla rete, che oggi movimenta circa tre quintilioni di byte al giorno, un volume in costante crescita e inevitabilmente energivoro”.
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