“A Roma il Piano Urbano del Traffico non viene aggiornato e approvato dal 2015. Negli ultimi anni, in particolare dal 2021 ad oggi, il numero degli incidenti stradali all’interno del Comune di Roma è in costante aumento, con episodi gravissimi e spesso mortali. Tra questi si annovera il recente caso della giovane Beatrice Bellucci, rimasta uccisa sulla Cristoforo Colombo, simbolo di una città che continua a contare vittime mentre manca una qualsiasi programmazione efficace sulla sicurezza stradale. Tutto ciò è inaccettabile.
Proprio questa assenza di pianificazione, imputabile all’amministrazione guidata dal Sindaco Roberto Gualtieri e dall’Assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, ha condotto Federazione Italia e Altvelox a denunciare una situazione insostenibile. Si tratta di un vuoto amministrativo gravissimo, che non è una semplice dimenticanza, ma un problema di legittimità con conseguenze concrete: senza il PUT, il Comune non può istituire o mantenere zone a traffico limitato a pagamento, imporre tariffe per l’accesso o sanzionare chi entra nelle ZTL. In assenza del piano, tutte le delibere che regolano queste aree rischiano di essere prive di valore giuridico e le multe elevate nulle ab origine.
Questo principio è contenuto nell’articolo 36, comma 4, del Codice della Strada, la norma che impone ai Comuni l’obbligo di adottare e aggiornare i piani del traffico. È proprio quel piano a costituire la base tecnica a cui devono essere collegati e coerenti i limiti di velocità, la segnaletica, l’istituzione delle ZTL e persino la decisione di utilizzare strumenti elettronici come autovelox e varchi automatici. Senza il PUT viene meno l’intera catena logica richiesta dalla legge: non esiste un’analisi dei flussi, dell’incidentalità, delle criticità stradali e quindi non possono essere motivati né i limiti imposti, né la collocazione dei segnali, né la scelta di installare strumenti sanzionatori. La mancanza del piano rende ogni provvedimento arbitrario e privo della necessaria istruttoria tecnica che il legislatore ha ritenuto indispensabile per tutelare sicurezza e trasparenza.
Il principio è già stato confermato da precedenti in altre città italiane, tra cui Belluno, dove l’assenza di un Piano Urbano del Traffico aggiornato ha portato alla sospensione delle sanzioni e alla revisione del sistema dei parcheggi a pagamento. Senza un documento di pianificazione approvato, il Comune non può identificare le aree sensibili al traffico né motivare tecnicamente le limitazioni o le tariffe: ogni restrizione o pagamento diventa discutibile. La norma stabilisce inoltre che, quando un piano del traffico è mancante, obsoleto o inadeguato, tutti gli organi di polizia stradale – comprese le polizie locali – e il Prefetto hanno l’obbligo giuridico di segnalare formalmente l’inadempienza e attivare i poteri dell’autorità competente. Non si tratta di una scelta politica o discrezionale: è un vero dovere d’ufficio. E se non intervengono, possono incorrere in responsabilità per omissione di atti, concorso nel mantenere una situazione di pericolo e persino responsabilità contabile quando l’ente continua a incassare sanzioni fondate su un sistema illegittimo. Questo significa che non solo il Comune è inadempiente, ma che ogni cittadino ha il pieno diritto di rivolgersi al Prefetto per denunciare la mancanza del PUT, obbligando l’autorità a intervenire. E noi, con il supporto delle autorità politiche, ci rivolgeremo proprio al Prefetto di Roma” - È quanto dichiarato da Barbara La Rosa, portavoce di Federazione Italia.
“Noi di Altvelox abbiamo diffidato l’Assessore alla Mobilità Eugenio Patanè per l’uso improprio degli autovelox, chiarendo un aspetto tecnico spesso ignorato: l’articolo 36 del Codice della Strada stabilisce che è il Piano Urbano del Traffico a dover contenere la programmazione e la motivazione degli interventi sulla circolazione e sui sistemi di controllo. Se il piano non c’è, tutto l’impianto sanzionatorio diventa strutturalmente fragile, perché si basa su limiti non motivati, segnaletica non contestualizzata e strumenti di rilevazione privi di una base istruttoria. È questo il motivo per cui la giurisprudenza tende a considerare nulle le sanzioni emesse in tali condizioni: non esiste un nesso tra pericolo reale e scelta amministrativa.
Da anni ci battiamo contro le irregolarità nella gestione di ZTL, autovelox e sanzioni. Siamo stati noi a segnalare il caso di Belluno e oggi stiamo portando questo modello in tutta Italia. Il Comune di Roma, oltretutto, ha adottato il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), che nulla ha a che vedere con la sicurezza delle strade e che, per essere redatto, si presume abbia richiesto milioni di euro pubblici ed europei. Perché quindi adottare il PUMS, che per legge è un documento successivo al Piano Urbano del Traffico? Per queste ragioni abbiamo scelto di affiancare la battaglia di Federazione Italia” - È quanto affermato da Sottile Cervini, Presidente di Altvelox.



