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Magistrati, gli intoccabili in sciopero: l'ultima folle pretesa delle toghe

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 Toghe

Iuri Maria Prado
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Il vero motivo per cui le formazioni militanti della magistratura associata minacciano ora di scioperare non sta in qualche disposizione eventualmente discutibile della riforma della giustizia: sta in una pretesa indebita e in una mistificazione. La pretesa indebita è che la magistratura abbia un titolo speciale- quello che non hanno gli idraulici o i dentisti o i minatori - per mettersi di traverso sulla via di una qualsiasi modifica normativa che intacchi anche lievemente la supremazia della corporazione. E la mistificazione è che tra l'interesse della magistratura corporata e quello della generalità dei cittadini esista una necessaria coincidenza: mentre è pressappoco l'opposto.

 

 

 

Se la fiducia nella magistratura è degradata all'odierno bassissimo livello, ebbene è anche perché da quelle parti ci si è esibiti nella difesa di privilegi camuffati da imperativo pubblico e democratico, tipo i quarantacinque giorni di ferie estive che non si potevano toccare se non attentando alla solita autonomia e indipendenza della magistratura, vale a dire la patacca tradizionalmente adoperata dalla prepotenza giudiziaria per rendersi impermeabile a qualsiasi controllo della cosiddetta società civile: quella che va bene quando sfila sotto ai balconi delle procure chiedendo ai magistrati di far sognare il popolo onesto, ma non quando reclama che quei funzionari pubblici, come tutti gli altri, rendano conto del proprio lavoro e delle proprie mancanze. È lo sciopero con cui si rivendica il diritto acquisito all'intoccabilità.

 

 

 

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