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Albino Ruberti, Sallusti: "E adesso vediamo i giudici"

Alessandro Sallusti
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Eccola in tutto il suo splendore la superiorità etica e morale della sinistra italiana. La scena sembra tratta da una puntata di Gomorra, o, per stare nella stessa zona, è degna della Banda della Magliana. Solo che i protagonisti non sono camorristi di professione bensì la crème della classe dirigente del Pd. Albino Ruberti, capo di gabinetto del sindaco di Roma Gualtieri, cioè l'uomo che ha in mano le chiavi della Capitale, al termine di una lite, fuori da un ristorante di Frosinone, con il fratello di un eurodeputato Pd, Francesco De Angelis, pronuncia la seguente frase: «Io te compro a chi? Io vi sparo, vi ammazzo, dovete inginocchiarvi».

 

 

 

 

Chi voleva comprare chi non è dato sapersi perché l'interessato, messo di fronte al filmato che ha immortalato la scena, ha sostenuto che stavano litigando per questioni di calcio. Però intanto si è dimesso, e con lui anche De Angelis ha ritirato la sua candidatura alle elezioni politiche, segno che forse in questa vicenda la passione calcistica conta meno di quanto si voglia fare credere. Per vederci chiaro la procura ha aperto una indagine, ci auguriamo solo che sia della stessa velocità, profondità e pubblicità di quelle che riguardano sospetti sui politici del Centrodestra e sulla sua classe dirigente.

 

 

 

Sulla questione né Enrico Letta né gli indignati di professione di ogni ordine e grado hanno detto una parola convincente. Immaginatevi se invece che nel cuore del Pd questa scena criminale fosse avvenuta dalle parti della Lega odi Fratelli d'Italia: saremmo sommersi dallo sdegno, Salvini e Meloni sarebbero all'indice come capi di una organizzazione criminale, La Repubblica avrebbe già mobilitato i suoi pochi lettori a difesa della Costituzione, che non c'entra nulla ma va di moda così.

 

 

 


Se sei di sinistra puoi dire tranquillamente a uno «inginocchiati o ti sparo» e ricevere «al netto di ciò che è successo» l'apprezzamento «per la persona e il lavoro da lui svolto» del sindaco di Roma mortificato per le dimissioni del suo braccio destro. Che cosa ci sia da apprezzare in una persona del genere è difficile da comprendere ma evidentemente i modi spicci di Ruberti, peraltro noti in tutta Roma, sono conformi allo stile della casa. Metodi, come dire, un po' fascistelli. Ah no, scusate, che sbadato: i fascistelli sono quelli di destra.

 

 

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