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Qatargate, Fabio De Pasquale? Chi è il giudice imputato chiamato a indagare

 Fabio De Pasquale

Alessandro Gonzato
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La moglie e la figlia di Antonio Panzeri tornano libere. Da oggi, salvo clamorosi quanto improbabili colpi di scena, Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri non saranno più sottoposte agli arresti domiciliari. Resta solo da capire aquali limitazioni, pur minori, dovranno continuare a sottostare. La misura dei domiciliari a Calusco d’Adda (Bergamo) - dov’erano stati trovati 17mila euro in contanti - gli era stata imposta il 10 dicembre con l’accusa di aver favorito le attività dell’ex eurodeputato Dem e Articolo 1, corruzione, riciclaggio e associazione a delinquere. La revoca degli arresti giunge dopo che la procura di Bruxelles ha rinunciato all’estradizione in Belgio di entrambe, provvedimento che ormai avrebbe potuto scongiurare soltanto la Cassazione.

La nota con cui la magistratura belga spiega di non avere più interesse alla consegna è stata girata dal presidente della Corte d’appello di Brescia Claudio Castelli ai due collegi che nelle scorse settimane avevano dato il via libera al trasferimento di Colleoni e figlia in un carcere di Bruxelles. La revoca dei domiciliari per Colleoni e figlia (alla quale sono stati congelati 200mila euro sul conto corrente) potrebbe essere collegata all’accordo di collaborazione firmato da Panzeri, diventato ufficialmente collaboratore di giustizia: nel carcere belga di Saint-Gilles (dove in virtù dell’accordo rimarrà al massimo un anno) sta fornendo informazioni sul Qatargate. Ma la revoca dei domiciliari potrebbe essere anche conseguenza della posizione, che si starebbe aggravando, della commercialista di Panzeri, Monica Rossana Bellini, la quale - accusata da Panzeri - avrebbe riciclato il denaro in Italia, e per questo è possibile che a Milano venga aperto un fronte a sé dell’inchiesta.

 

 

Ieri il procuratore federale belga Frederic Van Leeuw e il giudice istruttore Michel Claise, titolare dell’indagine sul mega scandalo di mazzette tra Belgio, Qatar e Marocco sono arrivati nel capoluogo lombardo per incontrare i vertici dell’ufficio e gli ufficiali della guardia di finanza: si lavora sui supporti informatici sequestrati alla famiglia Panzeri. Titolare dell’inchiesta sul fronte italiano del Qatargate è il giudice Fabio De Pasquale, procuratore aggiunto di Milano, recentemente rinviato a giudizio (assieme al collega Sergio Spadaro) per rifiuto d’atti d’ufficio in relazione al processo sul caso Eni-Nigeria.

L’altra novità è che sarebbero coinvolte altre Ong oltre alla Fight Impunity di Panzeri. Sempre oggi, al palazzo di giustizia di Bruxelles, sono previste le udienze di Francesco Giorgi e Niccolò Figà-Talamanca. I due, ricordiamo, sono rispettivamente lo storico collaboratore di Panzeri e dell’eurodeputato Dem Andrea Cozzolino al quale di fatto è già stata tolta l’immunità parlamentare (ci ha rinunciato, ma a oggi non è indagato), e il presidente (auto-sospesosi a seguito dello scoppio dello scandalo) della Ong No Peace Without Justice, a oggi estranea all’inchiesta. Per Giorgi e Figà-Talamanca le accuse sono di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio. Giorgi è anche il compagno di Eva Kaili, la vicepresidente destituita del parlamento Ue, anche lei in carcere a Bruxelles, il cui avvocato ha dichiarato che presto potrebbero finire nell’inchiesta anche altri europarlamentari, tra cui altri italiani.

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