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Cospito muore in carcere? Le vergognose minacce anarchiche

 Carlo Nordio

Andrea Pasini
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Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha rigettato la richiesta di revoca del carcere duro per Alfredo Cospito. Un gesto di grande coraggio.

Non perché sia una azione unica nel suo genere ma semplicemente perché è stata una risposta prima di tutto di corretta interpretazione legislativa, in quanto è stata applicata legittimamente un prerogativa del Ministro della Giustizia sul parere dell’autorità giudiziaria e in secondo luogo è stata una scelta a mia avviso corretta perché non è ammissibile che lo Stato si pieghi alle richieste di persone che vogliono far valere i propri diritti tramite la violenza e il ricatto. 

Mi ha particolarmente colpito una frase che Nordio ha inserito nel provvedimento presentato: «Il corpo di Alfredo Cospito è divenuto il catalizzatore che serviva all'azione strategica del detenuto che chiedeva unità di intenti e obiettivi pur lasciando a ciascuna formazione la libertà e l'autodeterminazione in relazione alla tipologia di atti da compiere».

L’anarchico sta utilizzando il suo corpo come arma per piegare lo Stato al suo volere. Cospito ha già rifiutato due volte di sottoporsi a visita psichiatrica, rendendo quindi impossibile interrompere il suo digiuno attraverso alimentazione forzata. L’uomo ha inoltre già depositato al Dap una dichiarazione con la quale chiede di non essere sottoposto all’alimentazione forzata nel caso in cui si trovasse in stato di incoscienza. 

Mentre l’avvocato di Cospito afferma che il suo assistito morirà quasi sicuramente in carcere, Cospito definisce la scelta del governo una tumulazione dentro un sarcofago di cemento. Trovo vergognoso che un uomo che oggi si trova in carcere per atti violenti parli di una condanna a morte. Lui che il 2 giugno 2006 piazzò due ordigni esplosivi, uno minore come richiamo, e un secondo ad alto potenziale, davanti alla scuola allievi carabinieri di Fossano. Il suo obiettivo quel giorno era uccidere. Senza se e senza ma. E poteva fare una strage. E volevo ricordare che lo stesso Cospito ha sparato gambizzando un dirigente di Ansaldo senza mai pentirsi. 

Nel provvedimento, Carlo Nordio ha aggiunto come le condizioni di salute di Cospito non siano tali da incidere in maniera significativa sulla sua pericolosità sociale. E ne abbiamo avuto la dimostrazione in questi giorni di minacce e proteste. 

Cospito è un delinquente che cerca di usare il ricatto come mezzo per raggiungere il suo obiettivo, un ricattatore dello Stato, e gli anarchici violenti che minaccia guerra contro le istituzioni in caso Cospito morisse in carcere è uguale a lui. È vergognoso che un gruppo di anarchici violenti  pensi di poter piegare lo Stato con i suoi ricatti, con questa strategia basata sulla paura.

Anarchici, terroristi, mafiosi. Chiunque adotti la violenza e la paura per far valere le proprie idee deve essere perseguito dalla Stato. Ne va della nostra sicurezza, dell’incolumità di milioni di cittadini onesti. Ne va delle stesse regole su cui si fonda la nostra Repubblica. 

Il governo, in questi giorni, ci ha offerto un grande esempio di forza e di coraggio. Dobbiamo essere forti e dobbiamo lottare senza paura per un mondo migliore e perché si possa vivere in un paese dove la libertà e la sicurezza non siano attentate da nessuno.

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