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Ruby Ter, il pm Siciliano non si arrende: "Berlusconi assolto? Ma abbiamo le prove"

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Nemmeno una sentenza con formula piena perché fatto non sussiste riesce ad allentare la morsa dei pm su Silvio Berlusconi. L'ex premier è stato assolto nel processo Ruby Ter e chiude così una pagina vergognosa della giustizia italiana che ha tenuto il leader di Forza Italia alla sbarra per sei lunghi anni. I pm però non ci stanno e di fatto non riescono a darsi pace per l'assoluzione. Così un minuto dopo il verdetto, il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano ha pronunciato questa parole: "Non c'è amarezza, è il nostro sistema giudiziario, abbiamo lavorato con profonda convinzione e le prove dal nostro punto di vista ci hanno dato la convinzione, che rimane, che ci siano state le false testimonianze e la corruzione". Insomma per l'accusa Berlusconi è colpevole. Il tutto ignorando la sentenza di oggi. Poi ci si prepara già per il secondo round. "Fateci prima leggere le motivazioni", ha spiegato Siciliano a chi le ha chiesto se la Procura ricorrerà in appello. 

"Se tutto si basa su una lettura dei fatti nella quale dei soggetti testimoni pubblici ufficiali hanno ricevuto dei pagamenti per testimoniare il falso ma questo ruolo poi non viene riconosciuto, non viene confermato, è una questione squisitamente giuridica", ha spiegato Siciliano con a fianco il pm Luca Gaglio, facendo riferimento alle motivazioni del verdetto, tra l'altro anticipate nella sostanza dal Tribunale con una nota. "Non c'è amarezza, noi abbiamo lavorato con profonda convinzione, bene - ha aggiunto - mettendoci tutto l'impegno possibile, le prove dal nostro punto di vista, che vedeva il ruolo come testi delle giovani, conducevano senza dubbio alcuno al fatto che ci fossero fatti di corruzione, elemento che manteniamo, la lettura nostra continua ad essere questa". E ancora: "Loro hanno mentito, è accertato con due sentenze passate in giudicato, questo è il presupposto, poi il tema è squisitamente giuridico: se hanno mentito nella veste di testi o di soggetti che avrebbero dovuto avere un'altra qualifica, che non sarebbero stati tenuti a dire la verità". E ha concluso rivolta ai cronisti: "Prima fateci leggere la sentenza, poi decideremo cosa fare, sono assolutamente certa che i giudici hanno fatto il loro lavoro per bene, hanno studiato le carte e sono arrivati a conclusioni diverse dalle nostre, per noi diametralmente opposte". Insomma la lagna delle toghe anti-Cav è già partita. 

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