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Il saluto romano fuorilegge? Ecco perché è un'aberrazione

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In un Paese democraticamente maturo una sentenza così non sarebbe mai emessa. E se per accidente fosse data fuori da una Corte disinvolta, allora riceverebbe la riprovazione che si deve a una decisione profondamente sbagliata: con l’auspicio che simili sguaiataggini giudiziarie non abbiano a ripetersi. E invece la sentenza della Cassazione che l’altro giorno ha ritenuto punibile il braccio teso nel saluto romano ha ricevuto l’applauso compiaciutissimo dell’Italia progressista che vi ha visto l’affermazione dei più salutari valori democratici, il protocollo del buon vivere repubblicano presidiato dalla galera per i renitenti ai precetti della sharia antifascista.

Non c’è nessuna differenza tra la decisione che punisce quel gesto e il verdetto di un concilio asiatico che condanna le manifestazioni contro dio: in entrambi i casi il presupposto è che sia punibile una convinzione, e il comportamento che la esprime, a prescindere dal fatto che questo e quella interferiscano con le libertà e i diritti altrui, o vi attentino in modo violento. Bisognerebbe organizzare - e non escludiamo di farlo - un bel corteo di antifascisti genuini, ben diversi dai mazzieri Bella Ciao: un bel corteo di cittadini perbene i quali, superando lo schifo di abbandonarsi a quel gesto schifoso, tirino su il braccio a denuncia di uno schifo anche più grande, e cioè l’idea illiberale e la pratica antidemocratica riassunte nella giustizia che pretende appunto di sanzionare una convinzione, per quanto odiosa, e l’atteggiamento, per quanto detestabile, che la rende esplicita.

Forse una simile disobbedienza, intrapresa da chi non ha niente a che fare con nessun fascismo, da chi anzi è radicalmente avverso anche al più pallido affacciarsi di qualsiasi indizio di fascismo, darebbe il segno di quanto è incivile un ordinamento che confonde la democrazia con il dovere di dirsi democratici, e la manifestazione di segni discutibili con la bestemmia di “valori” che si riducono a mera sopraffazione quando pretendono di imporsi in quel modo. Non fa vergogna all’Italia che qualche decina di fessi faccia quel saluto. Fa vergogna all’Italia il fatto che, in nome del popolo italiano, sia scritta questa giustizia “antifascista”. E fa vergogna essere connazionali di quelli che la celebrano.

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