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Alluvione, "disastro colposo": aperta l'inchiesta, terremoto politico?

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Dopo il disastro dell'alluvione, arrivano le inchieste giudiziarie. La Procura di Ravenna indaga in merito alle sei vittime che si sono registrate in provincia. Secondo quanto si apprende ci sono cinque fascicoli d'inchiesta senza ipotesi di reato mentre per un sesto si ipotizza l'omicidio colposo. Quest'ultimo riguarda il decesso di un 75enne che aveva deciso di restare in casa nonostante gli inviti da evacuare e i soccorsi, chiamati poi dai vicini, non sarebbero arrivati. Tra gli altri casi si sono anche i due coniugi di Russi di 73 e 71 anni deceduti mentre erano rientrati nonostante l'allagamento per spostare - questa è l'ipotesi - un frigorifero che li avrebbe schiacciati dopo averli folgorati. Gli altri morti sono un 89enne e una 85enne non ancora identificata e un uomo rimasto intrappolato in un sottopassaggio.

 

 

 

Il Fatto quotidiano riferisce anche di un secondo titolo di reato, quello di disastro colposo. Sarà sempre la Procura di Ravenna a riunire in un unico fascicolo tutte le inchieste già aperte. "L’obiettivo dei magistrati è verificare come sono stati eseguiti i lavori di manutenzione degli argini e degli alvei dei fiumi in piena". Operazioni, si legge, "eseguite dalle ditte appaltatrici private ma assegnate e, in teoria, eseguite sotto lo stretto controllo della Regione Emilia-Romagna".

 

 

 

Nessuno risulta indagato al momento: dopo i primi sopralluoghi gli inquirenti potrebbero procedere con l'acquisizione di atti e documenti utili presso gli uffici regionali, ma solo una volta terminata l’emergenza e le operazioni dei soccorsi. Il tema politico è quello della "cattiva manutenzione". E dall'opposizione qualcosa già si muove: il consigliere regionale della Lega Emiliano Occhi, geologo e vicepresidente della commissione Territorio e Ambiente, è pronto a chiedere "una verifica interna su come sono stati eseguiti i singoli affidamenti manutentivi" degli argini, attraverso "perizie tecniche di ingegneri idraulici".

 

 

 

Per il quinquennio 2020-2025 la Regione guidata dal Pd con Stefano Bonaccini governatore aveva stanziato 1 miliardo di euro di interventi sulla prevenzione. L'accusa a Bonaccini (e all'allora assessore con deleghe per il Patto per il clima Elly Schlein, oggi segretaria dem) è di aver sborsato appena 20 milioni di 210 milioni di fondi totali per l'anno 2022.

 

 

 

"Sono indubbiamente pochi – racconta Occhi al Fatto –. Su questo punto per me sarebbe facile sparare su Bonaccini o Schlein. I fondi, insufficienti, ottenuti dal governo centrale sono stati assegnati regolarmente, non è quello il tema. Il problema vero è capire come questi lavori sono stati eseguiti: ci sono arrivate decine di segnalazioni al riguardo negli ultimi mesi”. E proprio su questo punto, secondo Occhi “l’amministrazione regionale ha il dovere di verificare se gli appalti sono stati eseguiti a regola d’arte e rispettando la normativa".

 

 

 

 

 

 

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