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Frecce Tricolori, se per le toghe rosse sono da abolire

Paolo Ferrari
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Anche le toghe rosse scendono in campo contro le Frecce Tricolori. «Non ci rappresentano, le loro sono esibizioni inopportune», hanno fatto sapere in questi giorni alcuni magistrati progressisti appartenenti alla corrente Area democratica per la giustizia, criticando così uno dei simboli apprezzato in tutto il mondo della nostra Aeronautica militare. All’indomani della tragedia di Torino e senza aspettare le conclusioni dell’inchiesta della procura di Ivrea che dovrà accertare le cause del disastro che ha causato la morte di una bimba, le toghe di sinistra hanno dunque deciso di prendere subito posizione al riguardo.

Che l’idea di patria non fosse nelle corde della sinistra giudiziaria non è certamente una novità. Il terzomondismo spinto e l’accoglienza indiscriminata sono da sempre fra i principi ispiratori delle toghe rosse. Il futuro delle Frecce Tricolori rischia comunque di diventare anche un tema di discussione al prossimo congresso nazionale di Area che si terrà alla fine del mese a Palermo. «Il ruolo della giurisdizione all’epoca del maggioritarismo» è il titolo scelto per l’assise dei magistrati di progressisti.

 

 

Più che un congresso di magistrati, leggendo i nomi dei partecipanti, sembra però la Festa dell’Unità. Fra gli ospiti, infatti, vi è tutto lo stato maggiore del Pd: la segretaria Elly Schlein, il vice segretario Giuseppe Provenzano, la vice presidente di Palazzo Madama, Anna Rossomando, la deputa Debora Serracchiani, il segretario della Cgil Emilio Miceli. Non poteva mancare, in ricordo del governo giallorosso, l’ex presidente del Consiglio e leader dei grillini Giuseppe Conte. Non pervenuti, ovviamente, i politici di destra. 

 

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