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Reddito di cittadinanza, soldi veri agli immigrati in cambio del "pizzo"

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Un'altra truffa milionaria grazie ai soldi del reddito di cittadinanza. Un'inchiesta a Milano ha portato alla denuncia di 600 persone. Secondo gli inquirenti, tre esercenti consentivano a cittadini stranieri, in prevalenza somali, di monetizzare il rdc che questi percepivano indebitamente e in cambio consegnavano somme in contanti, trattenendo su ogni transazione eseguita una percentuale variabile dal 10% al 15%.

Se mai ce ne fosse stato bisogno, emergono così le lacune della misura-bandiera del Movimento 5 Stelle, che da paracadute sociale senza le adeguate contromisure di sorveglianza si è trasformata quasi automaticamente in una mangiatoia di Stato, della quale hanno approfittato non tanto i più bisognosi, ma i più furbi. Una situazione di cui Giuseppe Conte e grillini, nella loro ostinata difesa del Reddito smantellato dal governo Meloni, sembrano non voler rendere conto in alcun modo.

 

 

 

Già lo scorso dicembre era finito ai domiciliari, su disposizione del gip, un bengalese, titolare di uno dei tre esercizi nel mirino degli investigatori, un Internet point e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, ritenuto responsabile di riciclaggio continuato e di abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento. Gli altri due esercenti sono stati denunciati. Le indagini, avviate dai militari nel febbraio 2021 e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, hanno consentito ai carabinieri di individuare numerosi somali che percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza. Da una minuziosa analisi dei flussi finanziari, è emerso che questi beneficiari effettuavano anomali e ricorrenti acquisti con la carta del reddito di cittadinanza in tre esercizi commerciali di Milano e in particolare un Internet point e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, una rivendita al dettaglio di prodotti alimentari e un ristorante.

 

 

 

Sono 633, tutte straniere (il 90% somale) le persone che hanno effettuato acquisti col reddito di cittadinanza nei tre esercizi commerciali: 597 di queste, individuate quali indebiti percettori, sono state denunciate a 14 Procure della Repubblica (Milano, Cosenza, Bergamo, Napoli, Roma, Brescia, Como, Torino, Lodi, Siracusa, Trapani, Monza, Lecce e Genova) per i reati di falsa attestazione del possesso dei requisiti per la corresponsione del beneficio Rdc e di truffa aggravata. Gli altri 36, in possesso dei requisiti, sono stati segnalati all'Inps per l'indebito utilizzo del beneficio che è stato immediatamente sospeso. Ammonta a circa 413.000 euro la somma di denaro riciclata dagli esercenti, mentre l'indebita percezione in danno dello Stato da parte degli indagati viene quantificata in 2 milioni e 374.000 euro

 

 

 


Gli accertamenti sui gestori dei tre esercizi, anche attraverso l'esame di tabulati telefonici e le intercettazioni, hanno rivelato che i tre esercenti avevano consentito - fin dall'ottobre 2020 - di monetizzare il beneficio economico concesso a cittadini straniera, in prevalenza somali privi dei requisiti: questi versavano l'intero credito della carta tramite Pos, con pagamenti senza causa, oppure attraverso pagamenti di utenze intestate agli esercenti. Il negozio di telefonia, che non commercializza beni di prima necessità per cui possono essere impiegate le somme del reddito di cittadinanza, ha avuto un incremento delle transazioni Pos di 215mila euro, con un incasso mensile passato da 1.460 a circa 23.450 euro, dunque un incremento del 1.600 per cento.

L'attività di vendita al dettaglio di prodotti alimentari, invece, dal 1 gennaio 2021 al 9 giugno 2022 ha dichiarato all'Agenzia delle entrate di aver incassato 4.436,73 euro, pur avendo eseguito transazioni Pos nello stesso periodo per 179.806,74 euro. Il terzo esercizio sotto indagine, il ristorante, dal 28 novembre 2020 al 9 maggio 2021 ha dichiarato all'Agenzia delle entrate di aver incassato 33.424,42 euro, ma ha invece eseguito transazioni Pos nello stesso periodo per 92.832,75 euro. Due dei tre titolari delle attività commerciali che monetizzavano il sussidio, sono stati denunciati a Milano per riciclaggio continuato e perquisiti: i carabinieri hanno sequestrato 40mila euro in contanti, considerati il profitto del reato. Anche al terzo esercente, il bengalese titolare dell'attività di 'Internet point' e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, è stata sequestrata la somma illecitamente accumulata. Il commerciante è stato condannato dal Gip a 2 anni e sei mesi e alla confisca di 20.800 euro, pari al profitto ricavato dall'illecito.
 

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