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Santanchè, "liquidazione giudiziale per Ki Group": cosa rischia la ministra

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Il tribunale fallimentare di Milano ha disposto la liquidazione giudiziale, quello che era il vecchio fallimento secondo le vecchie procedure, di KI Group srl, una delle società del gruppo del bio che era gestito dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè, poi uscita dalla compagine societaria.

I giudici, che hanno sciolto la riserva iniziata prima di Natale, hanno accolto la richiesta della procura di Milano. La società aveva chiesto l'ammissione al concordato semplificato.

La decisione del collegio presieduto dalla giudice del tribunale fallimentare di Milano Caterina Macchi apre un nuovo fronte giudiziario, scivoloso, che potrebbe portare la procura a contestare l'accusa, in concorso, di bancarotta di KI Group e che potrebbe investire chi in passato ha fatto parte del gruppo come la stessa ministra Santanchè.

Per il tribunale di Milano le precisazioni fornite dalla società ricorrente "non sono state né esaustive, né soddisfacenti", si legge nel provvedimento di 22 pagine, e l'offerta di 'salvataggio' da parte di Bioera è "irrealizzabile" da quando la stessa è entrata in composizione negoziata per uno stato di squilibrio che rende probabile la crisi. Il fatto che Bioera sia in composizione negoziata è "particolarmente rilevante nel presente giudizio" in quanto comportano "prioritariamente" la necessità di affrontare i lori creditori.

Il giudice delegato Francesco Pipicelli e i colleghi Macchi e Sergio Rossetti hanno fissato l'adunanza dei creditori per il 7 maggio prossimo per l'esame dello stato passivo, mentre è stato nominato curatore Carlo Pagliughi, al quale spetta l'impegno di redigere l'inventario dei beni e ricostruire la situazione della società. L'apertura della liquidazione giudiziale è una condizione sufficiente per una possibile iscrizione nel registro degli indagati per concorso in bancarotta degli amministratori che il curatore e i pm - i titolari del fascicolo sono l'aggiunta Laura Pedio e i pm Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi - dovessero individuare come responsabili del dissesto.

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