Banchi a rotelle di Conte e Azzolina: la dirigente scolastica rischia di pagare 30mila euro
Ricordate la strampalata idea dell’ex-ministro per l’Istruzione, Lucia Azzolina, che durante il lockdown e il governo Conte-bis propose di inserire nelle scuole dei banchi a rotelle per consentire il distanziamento tra gli studenti? Mai iniziativa causò più spreco di denaro pubblico e ora, a pagarne le spese, sono anche i dirigenti scolastici che quei banchi inutili li hanno accantonati, perché non sono mai stati utilizzati dagli studenti.
È quel che è accaduto a Venezia, purtroppo, a Stefania Nociti, ex preside del liceo Benedetti-Tommaseo di Venezia. Aveva mandato al macero una quarantina di banchi a rotelle e la loro foto, accatastati su una chiatta per i rifiuti sulla riva di un canale della laguna, aveva fatto il giro del web.
"Squadristi": Roberto Speranza perde la testa alla Camera
Una decisione infelice, perché la procura regionale della Corte di Conti, guidata dal capo Ugo Montella, ha registrato un danno erariale di circa 38mila euro e comminato alla Nociti una sanzione di 30mila euro. Punizione, forse, esagerata, visto che oggi quei banchi vengono svenduti altrove ad appena 1 euro l’uno. Gli studenti, intervistati all’epoca dei fatti, avevano confermato di non aver mai visto né usato quei banchi mobili, rivendicati come idea innovativa dal governo Conte e osteggiati dall’opposizione, che ne rilevava solo lo spreco di denaro pubblico.
Comprati a 150 euro, ecco a quanti li svendono oggi: banchi a rotelle, scandalo grillino
In Italia ne sono stati acquistati 2 milioni, in base all’effettivo fabbisogno, ma oggi di questi non se ne vedono più in giro. L’ex-preside del liceo veneziano si è sempre difesa, sostenendo di non aver mai acquistato quei banchi a rotelle, ma una nota del Commissario per l’emergenza Covid l’ha smentita, dimostrando che sul certificato di fornitura e sul verbale di collaudo c’è proprio la firma della Nociti. La titolare del fascicolo contro di lei, Federica Pasero, ha notificato la citazione nelle scorse settimane alla donna, ora passata alla direzione di una scuola del trevigiano. Praticamente, si tratta di una richiesta di rinvio a giudizio: ora verrà fissata la data della prima udienza da parte del collegio giudicante e alla Nociti, se ritenuta colpevole, toccherà risarcire lo Stato.