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Fabrizio Cicchitto: "La sinistra tifava per il colpo di Stato di Tangentopoli"

Fabrizio Cicchitto

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«Peccato che Curzio Malaparte sia morto». Fabrizio Cicchitto ha appena finito di leggere l’intervista di Giovanni Pellegrino sul Corriere della Sera. Quelle parole dell’ex parlamentare del Pci-Pds-Ds sul tentativo della magistratura, nella stagione di “mani pulite”, di affermare il «primato del potere giudiziario in contrasto con il disegno costituzionale», lui le pronuncia da decenni. Ci ha anche scritto un libro - «L’uso politico della giustizia», anno 2006 - a prova di querele: «Non l’hanno toccato...». Logico che Cicchitto, che oggi presiede un’associazione, Riformismo e Libertà, ed è condirettore di Civiltà socialista, accolga con favore le rivelazioni- «da mosca bianca», dicedell’ex senatore comunista.

Cosa c’entra Malaparte con Pellegrino?
«Malaparte negli anni Trenta ha scritto un libro, Tecnica del colpo di Stato, nel quale spiega come avveniva la presa del potere attraverso la forza: o per via militare, o con gli squadristi. Ecco, se fosse vivo potrebbe aggiungere un capitolo sul colpo di Stato moderno».

 

 

E non con le Forze armate, a naso...
«Con la magistratura politicizzata, come avvenne nel biennio 1992-1994. Quando, cessato il pericolo sovietico, senza carri armati né squadre, sostituiti da avvisi di garanzia e arresti, sono stati cancellati il Psi, l’area di centrodestra della Dc e i partiti laici giocando di sponda con il Pci-Pds. Eppure i comunisti erano a pieno titolo nel sistema». (...)

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