Il ministro della Giustizia Carlo Nordio interviene sul caso Garlasco, tornato da settimane al centro dell'opinione pubblica in seguito alla clamorosa riapertura delle indagini. Il Guardasigilli dice la sua in un'intervista al Corriere della Sera. Il punto è che questa storia, secondo Nordio, rischia di concludersi negativamente in ogni scenario possibile.
"Il caso Garlasco? Comunque vada, finirà male. O il detenuto è innocente, e allora ha sofferto una pena atroce ingiustamente. O è colpevole e allora è l'attuale indagato a dover affrontare senza colpe un cimento doloroso, costoso in termini di immagine, di spese e di sofferenze", afferma il ministro, evitando però di esprimere valutazioni dirette sul merito dell’inchiesta: "Nel merito non devo, non posso e non voglio entrare".
Il Guardasigilli risponde anche a chi gli ricorda di aver parlato, in passato, di una “condanna irragionevole”: "No. È un principio generale: dopo un proscioglimento è irragionevole una condanna. Soprattutto se le assoluzioni sono due. Come puoi condannare 'al di là di ogni ragionevole dubbio', se due giudici hanno già dubitato?".
Nordio entra poi nel merito delle garanzie processuali, sottolineando una lacuna strutturale del sistema giudiziario: "In generale se vengono acquisite nuove prove a carico dell'imputato, prima che la sentenza passi in giudicato, si deve rifare il processo ex novo. Non inserirle nel fascicolo già formato, come avviene in appello. Per due ragioni. La prima è che se ci sono nuove prove contro, bisogna riesaminarle in contradditorio con la difesa, accanto a quelle a favore. Insomma bisogna ritornare daccapo".
La seconda ragione, secondo il ministro, è ancora più cruciale: "Con il sistema attuale sottrai all'imputato il diritto a un doppio giudizio di merito. Se il tribunale assolve e la corte condanna, puoi solo ricorrere per Cassazione per motivi di legittimità. E il secondo giudizio di merito, colpevolezza o meno, va a farsi benedire".
Alla posizione dell’Associazione nazionale magistrati, che sostiene la necessità solo di una “motivazione rafforzata” in caso di doppia assoluzione, Nordio replica con decisione: "Proprio per niente. E infatti l'Anm non risponde a queste obiezioni. Si esprime per slogan. E mi dispiace". Una stoccata, dura, precisa, alla Anm.
Infine, una riflessione sul sistema: "L'errore è sempre in agguato. È la legge che è sbagliata. Ci abbiamo già ripensato con la riforma introdotta due anni fa, per i reati minori". La separazione delle carriere, aggiunge, è un passaggio propedeutico a un cambiamento più ampio: "La separazione delle carriere è prodromica. La riforma costituzionale, proprio perché intende attuare il processo accusatorio anglosassone, è prodromica a un codice di procedura penale dove sarà rivisto anche il sistema delle impugnazioni". E conclude: "Se sarà la prossima riforma? Stiamo già studiando ma naturalmente aspettiamo l'esito del referendum", conclude Nordio.